Beppe Bergomi, una delle bandiere nerazzurre più amate di sempre, lancia l’allarme sulla pericolosità di alcuni farmaci assunti durante la sua carriera, in particolar modo fino alla metà degli anni Ottanta. In un’intervista diffusa quest’oggi da La Gazzetta dello Sport, l’ex grande capitano interista confessa le sue preoccupazioni e racconta quanto stia facendo per “insegnare ai giovani che soltanto con la fatica si ottengono risultati”.
SHOCK- “Durante gli inizi della mia carriera” confessa Bergomi, “assumere Micoren non era vietato (lo diventerà attorno al 1985,ndr), i medici lo somministravano per rompere il fiato e i giocatori non potevano farne a meno”. Il doping è il cancro di qualsiasi sport, dal calcio al ciclismo: purtroppo, soltanto nell’ultimo decennio si sono introdotte politiche piuttosto severe per impedire la diffusione di questi ‘prodotti’, pericolosissimi per la salute dell’atleta. “L’atleta di ieri” tuona Bergomi, “era ingenuo, non pensava alla propria salute e pertanto assumeva qualsiasi, come appunto il Micoren”.
“SONO PREOCCUPATO”- Per fortuna, le nuove generazioni di sportivi crescono con la consapevolezza che i risultati si ottengono solo ed esclusivamente con il lavoro. Ne è convinto Bergomi, secondo cui “oggi l’atleta si informa su tutto, dall’alimentazione, al programma di allenamenti e, infine,consultando il proprio medico sui farmaci che vengono somministrati”. L’ex numero 2 dell’Inter infine, confessa di “essere preoccupato per l’uso di Micoren, anche se fino ad oggi non ho avuto alcun tipo di problema”.