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Melo: “Inter, sarò il tuo comandante”

Felipe Melo è arrivato nell’ultimo giorno di calciomercato tra lo scetticismo generale, poi è bastata un solida prestazione nel derby vinto dall’Inter e Melo ha subito conquistato i tifosi. Inter Channel lo ha invitato in studio per la prima puntata del format Inter Nos.

Ecco le sue parole:

“Amala!”

Con chi hai legato di più?Guaro, Medel. Sono arrivato qui e mi hanno accolto tutti molto bene”. 

Canzone di Alejandro Sanz? Abbiamo vinto una sola partita, magari quando ne vinceremo dieci tornerò qui e canterò questa canzone”. 

Tifosi? Qualcuno già urlava il mio nome al derby. Volevo tanto indossare questa maglia, quando ho affrontato l’Inter ho capito com’erano i tifosi nerazzurri. Io voglio vincere sempre, l’Inter mi paga e quindi devo fare quello”. 

I tuoi suggerimenti? “Concentrazione fino alla fine. Al derby di solito la squadra che segna prima vince il derby. Quindi serve mantenere la concentrazione fino alla fine”. 

Chievo? E’ già difficile giocare quando non fa bene, figuriamoci ora che sta facendo molto bene. Sarà molto difficile. Sono queste le partite che fanno vincere”. 

‘Menare’ Balotelli? “La gente capisce quello che vuole. Io volevo dire che è forte, dobbiamo combattere, stargli vicino, pressarlo, non dargli il tempo di fare la giocata perché lui è molto bravo e può fare gol in qualsiasi momento”.

Cosa significa l’Inter? “Un amore che dura da tempo”.

Sport? “Mi piace tutto. Gioco a tennis, basket”. 

Gol più bello? “In Nazionale un bel gol contro la Colombia, un tiro da fuori. Ma anche un gol contro il Perù, ho rubato palla a centrocampo e poi cucchiaio. In Italia anche diversi. Mi è piaciuto anche il gol con il Flamengo, il club doveva vincere per forza altrimenti sarebbe andato in serie B, io ho segnato il gol vittoria”. 

Primo pensiero? “Vincere la partita. Ho giocato solo una partita, io dipendo dai compagni, da Dio. Non sono arrivato qui per dire ai miei nipoti ‘Ho giocato all’Inter‘, ma per vincere e fare la storia. Ora pensiamo alla prossima partita”. 

Arrivo all’Inter? “Conoscevo già qualcuno qui. Ho parlato tanto con il fisioterapista, ha fatto tanto affinché io arrivassi qui. E’ bravissimo. Quando mi sono operato, sono andato in Brasile e poi sono tornato qui e mi ha aiutato lui. Sono tornato prima in campo anche grazie a lui”. 

Esordio a San Siro? “Giocare un derby così, poi vincere, è un’emozione unica”. 

Tracy Chapman? “In Brasile basta sentire un po’ di rumore, a me piace la musica”. 

Sempre sicuro del trasferimento? “Se devo essere sincero mai avuto dubbi, soprattutto per la fede. Mia moglie mi ha chiesto ‘Non sei felice?’, io volevo una storia nuova, al Galatasaray troppo facile, ero già idolo, sapevo che Dio mi avrebbe aperto questa porta e sono venuto qui”. 

Ritiro? “Io sono arrivato dopo il ritiro, avevo iniziato a parlare con l’Inter da tre/quattro mesi. Al Galatasaray mi hanno offerto il rinnovo, ma non sapevano effettivamente. Io sono uno che si allena anche in vacanza. Ho fatto un po’ di palestra, ma quello che mi mancava un po’ era il campo, ora sto lavorando tantissimo, ma ad ogni partita posso migliorare”.

Spiritualità? “Sono cresciuto così in famiglia. Sono cambiato tanto da quello di 6-7 anni fa grazie a Dio, questa vita è di passaggio. Ringrazio Dio per tutto”. 

Come ti trovi? “Sto bene, arrivare qui e giocare subito un derby non è facile. Ringrazio Dio, ma i compagni anche che mi hanno aiutato tanto e accolto bene, mi sento già parte della famiglia. Mi hanno detto dopo la partita ‘Melo è forte’, ma senza Dio non sono forte e nemmeno senza i compagni. Neanche Messi vince da solo. I compagni mi hanno aiutato tanto, sono calato un po’ nel secondo tempo, ma i compagni sono stati fondamentali”.

Squadre in Italia? “Alla Fiorentina ho vissuti momenti incredibili. Nell’altra squadra lì (Juve, ndr) son cresciuto tanto. L’Inter è un amore antico, quando sono venuto a giocare in Italia ho sempre visto qui giocatori importanti e vedevo l’Inter vincere sempre, sono stato vicino all’Inter con Mou, quindi è un amore antico”. 

Tifo e idoli? “Da piccolo ero tifoso del Flamengo. Romario era un idolo per me da piccolo. Ma anche Simeone e Veron, sono stati dei giocatori che mi sono piaciuti tanto. Ho anche giocato contro Veron alle qualificazioni per il Mondiale. Loro due avevano una grinta incredibile, trascinavano le squadre. Hanno vinto tutto. Veron aveva tanta qualità con il piede. Erano giocatori completi”. 

Nazionale? “Al mio primo match abbiamo vinto 2-0. Brasiliani? Quando sono arrivato qui ho detto che volevo fare la storia qui, ma la storia si fa vincendo il campionato, facendo qualcosa. Lo spero”. 

Derby? “Emozione unica. Ho giocato tante volte contro l’Inter e ho visto com’era bello il pubblico, lo stadio, tante volte sono stato vicino all’Inter ed è stato bello arrivare e giocare un derby con tutta la mia famiglia in tribuna, ringrazio Dio per questo momento unico ed emozionante. Sneijder? Mi ricordo, Maicon in nazionale mi disse “il 10 è forte”. 

Arrivare primi? “Tutte le squadre hanno bisogno di grinta, ma anche di qualità. Sono arrivato nel posto giusto, l’Inter è un club con giocatori importanti abituati a vincere.  Aggiungo grinta ma anche qualità. Lavorando possiamo raggiungere il nostro obiettivo e portare l’Inter il più alto possibile”.

Esultanza e soprannome? “Quando sono arrivato al Galatasaray mi hanno chiamato pitbull, quindi dopo aver segnato imitavo un pitbull. L’ho fatto per i tifosi che mi avevano dato questo soprannome. Anche qui, se segnerò imiterò un pitbull. Io voglio giocare e fare bene qui, il soprannome lo lascio ai tifosi, el grinta, guerriero o comandante è uguale, lo farò per i tifosi. Facciamo comandante!”. 

In porta a parare? “Al Galatasaray ho avuto quest’occasione, ho parato anche il rigore e abbiamo ottenuto tre punti importanti. Ha sbagliato l’attaccante sì, ma ho chiesto a Dio di aiutarmi e mi ha aiutato. Credo che se succederà andrò in porta senza problemi anche all’Inter“.

Rito scaramantico? “Prego soltanto. Prima della partita ringrazio Dio di essere lì e poi chiedo che mi aiuti”.

Già beniamino? “Mi fa piacere, ma è solo una partita. Ringrazio Dio per quanto successo nel derby, ma dobbiamo continuare, ancora più forte”.