Il presidente del Chievo Luca Campedelli, ha rilasciato una breve intervista al quotidiano veronese L’Arena, dichiarando che la sua fede nerazzurra risale al 1985′. Queste le sue parole:
«La prima partita che ho visto dell’Inter? Inter-Real Madrid. Terminò 2-0. Gol di Brady e Altobelli, se non sbaglio (era il 10 aprile ’85, semifinale di Coppa Uefa)».
Quale giocatore di sempre dell’Inter avrebbe voluto portare al Chievo?
«Ce ne sono due, tre: sicuramente Bergomi, Oriali, Brehme».
Ci sono analogie tra il Chievo di Del Neri, il Chievo del 2-1 a San Siro il primo anno di A, e questo Chievo?
«Ci sono alcuni lati che combaciano, alcuni punti che si toccano. Però mi sembra diverso, nel complesso. All’epoca eravamo una squadra un po’ più spensierata. Venivamo da un’ubriacatura dovuta a tutto quello che ci stava accadendo. Quest’anno è un pochino diverso. Quell’ubriacatura per fortuna non c’è. Cerchiamo di non perdere di vista il nostro obiettivo».
Chi è stato il Facchetti del Chievo?
«Direi che sopra tutto e tutti c’è Pellissier. Aspettiamo ancora qualche anno, poi quando smetterà di giocare lo potremo dire con tranquillità».
Chievo-Inter: sfida da Champions. Lo dicono i numeri. Per lei stride?
«Si, stride decisamente. Siamo alla terza giornata, non esageriamo. Va bene creare entusiasmo, pero…Diventerebbe una sfida da Champions se la giocassimo nelle stesse posizioni a cinque domeniche dalla fine. In quel caso potrebbe avere anche una logica. Adesso sono solo concomitanze di classifica e di calendario».
Che partita si aspetta domani?
«Spero che sia una bella partita. Credo che sarà una guerra. L’Inter è di un altro pianeta, noi conosciamo bene quella è la nostra dimensione».