Uno dei difetti che si imputano a questa nuova Inter targata Roberto Mancini, è il fatto che non offre un gioco spumeggiante e a tal proposito dalle colonne del Corriere della Sera arriva la seguente analisi:
PRATICITA’ MEGLIO DELL’ESTETICA- “Ammesso che la questione estetica nel calcio abbia realmente senso e ricordato che la squadra è ancora in chiara fase di costruzione, la praticità è un esito coerente con la rivoluzione in atto nel club. Il ritorno ad alto livello è ritenuto decisivo per la gloria ma soprattutto per la cassa. Da qui il rischio di investire più del lecito, il mercato aggressivo, le rottamazioni nel management: dopo il licenziamento di Fassone, domani Thohir arriva a Milano e altri importanti cambiamenti avverranno. Il tutto per raggiungere un obiettivo: tornare almeno in Champions League, che porta soldi e riattiva il circolo economico virtuoso”.
SQUADRA SOLIDA- “A parte la dotazione di piedi buoni in cerca della forma piena (Ljajic, per dire, non ha ancora giocato un minuto), l’Inter ha un possesso palla del 61% (non una qualità in sé, ma un indicatore importante), è prima nei dribbling riusciti, la seconda per stazionamento nella metà campo avversaria e ha fatto 5 gol con 3 uomini diversi. Alta qualità intuita, distillata. Ma i prodromi per un altro tipo di calcio sono chiari. Quando la bildung terminerà, e Mancini potrà passare al 4-3-3 o all’europeo 4-2-3-1, è immaginabile che il gioco, e così la percezione collettiva, cambieranno. Se poi non accadrà, squadra e società si accontenteranno di vivere e vincere di 1-0. C’è urgenza, serve tutto e subito. Sostituire i tackle coi colpi di tacco oggi non è la priorità dell’azienda”.