Ecco un altro stralcio dell’intervista che il tycoon indonesiano, Erick Thohir, ha rilasciato ai microfoni di Silvia Vallini di Sky Sport.
BUCO NEL BILANCIO – «Intanto ho letto diverse notizie a questo proposito. Per prima cosa non capisco da dove sia uscita la cifra (90 milioni di euro in passivo, ndr). Sarà interessante quando tra un mese verrà ufficializzata la cifra corretta nell’assemblea dei soci. Ciò che penso è che in questo momento l’EBITDA, cioè l’indice di redditività, stia diventando sempre più positivo. Se questo succede vuol dire che il business migliora ed è quanto vogliamo Moratti ed io, perché dobbiamo sempre trovare l’equilibrio tra parte sportiva e finanziaria. I diritti televisivi sono buoni, ma troppo lontani da quanto accade in Inghilterra. Dobbiamo migliorare e avere per tutta la Serie A una visibilità maggiore in Asia e anche negli Stati Uniti. Ma come Inter non possiamo più aspettare. Ecco perché abbiamo un nuovo leader per il commerciale: Michael Gandler e abbiamo anche un nuovo ufficio commerciale in Asia. E’ interessante quello che sta accadendo negli stati Uniti dove abbiamo un altro ufficio. Le nostre entrate sono aumentate di 10 milioni. Ed anche la vendita di biglietti è eccellente. Credo davvero che abbiamo costruito in management forte in questo momento».
CAPITOLO PIRELLI – «Abbiamo un buon rapporto, ci parliamo, Tronchetti Provera ha fatto dichiarazioni importanti e lo ringrazio perché come partner dobbiamo essere sicuri che la squadra abbia successo. Stiamo discutendo, i nostri uomini si incontreranno, quindi vediamo, ma speriamo di arrivare a una soluzione positiva».
DUE ANNI DI INTER – «Hanno aperto la finestra relativa alle partite. Tre partite al pomeriggio il sabato ad esempio. Bene, ma non sufficiente, non basta. Devono migliorare ancora molto. E credo che la Serie A debba sviluppare il marchio ed espandersi in Asia, ma anche in USA. La Serie A è al secondo posto in alcuni paesi. Non credo che la Serie A voglia dormire e aspettare di diventare la numero tre o quattro in quei paesi. La partita la domenica sera, non so, va valutata la data, vedere se il numero di persone che vanno allo stadio cresce, resta stabile o cala. Non mi lamento, sono contento, ma al tempo stesso vorrei che la Serie A fosse più aggressiva. Come presidenti non ci possiamo attaccare a vicenda, siamo sulla stessa barca, siamo i simboli dei club e quindi dobbiamo rispettarci a vicenda. Quando altri presidenti fanno delle dichiarazioni su di me, non commento, perché le critiche mi rendono più forte e la Lega deve proteggere l’operatore di club. Un caso come quello delParma non può più succedere in Serie A, mai più. Quindi basta così, mai più un caso Parma in futuro e la Serie A deve controllare questo».