Guarin simbolo di un Inter a metà

La trasferta dell’Inter al “Barbera” ha confermato la schizofrenia della squadra di Roberto Mancini. Emblema di questo status dei nerazzurri è Fredy Guarin. Il centrocampista colombiano è ormai diventato un caso di difficile soluzione e i tifosi dell’Inter non sanno più cosa pensare.

Nel sabato di Palermo Guarin ha giocato due partite in una. Primo tempo da insulto al calcio, con errori grossolani e scelte di gioco completamente sbagliate. Secondo tempo da gladiatore e progressioni da centometrista che per poco non hanno portato la squadra a vincere una partita complicata all’estremo dopo l’espulsione di Murillo. Il colombiano ha la rara capacità di essere odiato e amato più volte nello stesso incontro; un giocatore di impossibile collocazione tattica ma a cui nessun allenatore vuole rinunciare.

Mancini reputa Guarin una pedina fondamentale nel suo nuovo scacchiere ; questo comporta una discontinuità di prestazioni che sarebbe meglio evitare se si vuole raggiungere la Champions. Ci vorrebbe continuità, partite giocate 90 minuti e concentrazione anche nel bere il thè a fine primo tempo. Il colombiano non ha nessuna di queste caratteristiche ma la sua capacità di strozzarti in gola un insulto con una giocata straordinaria è incredibile. Possiamo tranquillamente definirlo un “male” ma, sfortunatamente per i loggionisti, è un “male” necessario.