C’è davvero un caso Icardi? A onor del vero quest’anno l’attaccante argentino ha fatto parlare più per il numero di partite in cui non è riuscito a far gol che per quelli effettivamente realizzati. E 2 gol in 8 presenze sembrano in effetti pochi per il vincitore della classifica marcatori dello scorso campionato: 22 le realizzazioni totali lo scorso anno, poco più di 8 quelle che, in proiezione, potrebbe segnare quest’anno.
Se prendere in considerazione il solo numero dei gol segnati finora potrebbe non bastare, allora ecco che un confronto con la stagione passata potrebbe aiutare a contestualizzare il dato: dopo 9 giornate del campionato 2014/2015 l’ex Sampdoria era già andato a segno 5 volte, 3 delle quali contro alla seconda giornata Sassuolo, avversario che permise a Maurito di sbloccare il suo score stagionale, poi completato da un gol al Cesena all’ottava e un gol alla Sampdoria nella partita successiva. Quest’anno il primo gol è arrivato contro il Chievo alla quarta, il secondo contro la Fiorentina alla sesta. Le presenze in questa stagione sono 9 contro le 8 del 2014/2015.
Ma il dato ancor più impressionante è quello dei tiri nello specchio: Icardi ha marcato la casella zero in ben 5 occasioni.
Cosa succede? Tante le possibili cause. La prima, quella che subito salta agli occhi: con Mazzarri prima e Mancini poi, l’argentino lo scorso anno era in pratica l’unico terminale offensivo dell’Inter, con Palacio che gli girava intorno e cercava di metterlo nelle condizioni migliori per andare in gol; ora il peso offensivo è condiviso con Perisic e Jovetic: proprio la convivenza con quest’ultimo non sembra aver ancora favorito l’argentino, spesso lontano dall’area di rigore e di fatto poco pericoloso. Ma il dato sui tiri nello specchio fa capire soprattutto quanto Icardi sia stato servito poco (e forse male), e quindi raramente messo in condizione di essere pungente, dai compagni. Alcuni aspetti a cui Mancini (che ieri lo ha richiamato in panchina prima del fischio finale) dovrà lavorare velocemente se vuole recuperare la vena realizzativa del suo capocannoniere.