Luis Medel, padre di Gary, intervistato da AS ha raccontato alcuni dettagli della vita del Pitbull nerazzurro. Ecco le sue parole:
“Quando lo accompagnavamo con mia moglie agli allenamenti, dicevamo che saremmo stati felici se avesse giocato con un club di terza divisione ma dopo si è superato giorno dopo giorno fino ad arrivare a quello che è oggi in Italia. Lo abbiamo sempre tenuto lontano da posti pericolosi. Improvvisamente, non voleva allenarsi e noi lo obbligavamo ad andare. Lo abbiamo sempre controllato, siamo sempre stati molto costanti nello stargli accanto finché non è riuscito a camminare bene da solo”
PROTETTO- “Gli abbiamo imposto la disciplina fin da piccolo. Abbiamo sempre fatto in modo che non avesse a che fare con gente non raccomandabile. Magari all’improvviso ci sfuggiva e dovevamo andarlo a recuperare con mia moglie. Io credo che uno debba essere costante nel seguire un figlio perché questo abbia successo nel calcio”.
RAGAZZO COME TANTI– “Oggi sono tifoso del San Marcos de Arica e dell’Inter però da piccolo accompagnai i miei figli al San Carlos de Apoquindo (stadio dell’Universidad Catolica ndr). Mai avremmo pensato che sarebbe arrivato ad un livello così alto nel calcio. Gary è un giocatore che dà tutto in campo ma quando esce dal campo è un ragazzo come tanti, figlio, fratello e padre come chiunque altro”.