La caratteristica più singolare dell’ Inter capolista è quella
di non avere un volto e di riuscire a cambiare modulo e forma davanti ad ogni avversario.
Secondo il Corriere dello Sport:“La squadra di Roberto Mancini ha iniziato il campionato e giocato per tutta l’estate, con il rombo a centrocampo ma la scelta era figlia del fatto che il tecnico non aveva gli uomini giusti per fare diversamente. Una volta inseriti gli ultimi pezzi del mosaico a fine agosto, Perisic compreso, il cambiamento non è stato istantaneo e fu deciso di piazzare il croato sulla trequarti continuando però a vincere: 4 su 4″.
“Le prime variazioni tattiche con l’inserimento di Ljajic a Verona ma la vera sorpresa arrivò con la Fiorentina quando l’Inter si è presentata per la prima volta dall’inizio con il 3-5-2, testato anche nel finale con i gialloblù, ed è stata una doccia gelata (1-4), l’unica del torneo finora. Così Mancini ha voluto ripartite con il rombo con la Sampdoria, ma non è andato oltre il pareggio. Come, peraltro, con Juventus e Palermo, altre due occasioni di cambiamento: prima un 4-2-3-1 e poi un 4-4-2. Il vero problema è che in rosa non c’è un vero esterno destro: si possono adattare Perisic, Ljajic, oppure Brozovic e Guarin, ma non possono solo provare a imitare Bibiany, che, al momento, dopo un anno d’inattività, viene impiegato solo a gara in corso. Ad ogni modo, dopo il successo sul Bologna, il Mancio è tornato a cambiare. Ma se il 4-3-1-2 sembra ormai un lontano ricordo, contro la Roma si è rivisto il 4-3-3, spesso più simile ad un 4-5-1, mentre domenica a Torino è riapparso a sorpresa il 3-5-2. Sono uscite altre due vittorie, ovviamente per 1-0, e l’Inter si è ripresa la vetta”.