Il principale quotidiano sportivo d’Italian, la Gazzetta dello Sport, ha dedicato l’editoriale dell’edizione odierna all’Inter, ed in particolare al ritorno in nerazzurro di Roberto Mancini (domani è l’anniversario del suo ritorno).
La penna dell’editorialista Gianni Valentini dedica le seguenti parole ai nerazzurri:
“Il primo compleanno di Roberto Mancini nella sua seconda storia d’amore con l’Inter, che per il calendario cade domani, porta in regalo al tecnico di Jesi un voto di abbondante sufficienza, frutto dell’attuale leadership in classifica (seppur in coabitazione con la Fiorentina) per nulla scontata ma non lontana dalle attese. Perché se è vero che l’obiettivo minimo della stagione, anche per motivi economici, è finire il campionato in zona Champions, è innegabile come lo scudetto, oggi più che mai, deve restare al centro del mirino nerazzurro e determinerà inevitabilmente il giudizio finale sull’operato dell’allenatore.
Il bicchiere, insomma, è mezzo pieno, anche se ci sembra che Mancini stia ancora vivendo una fase di rodaggio, forse più lunga di quella messa in preventivo. Un rodaggio che, a dirla tutta, doveva già essere cominciato l’anno passato quando subentrò a Walter Mazzarri cercando di cambiare in corsa mentalità e passo a una squadra imballata e con poche idee. Le sue speranze si scontrarono ben presto con la triste realtà di un gruppo mal assortito e dal tasso tecnico piuttosto basso al quale lui, comunque, non riuscì ad accendere la miccia. L’idea di recuperare terreno attraverso il mercato invernale si rivelò presto sbagliata.
Il rendimento dei due acquisti principali, Shaqiri e Podolski, risultò pressoché nullo. Tanto che lo stesso allenatore non ne ha chiesto la conferma dopo l’ottavo posto finale. Un piazzamento deludente soprattutto perché si è avuta la sensazione che durante quei sei mesi Mancini abbia seminato poco per il futuro, distratto com’era dalla foga di recuperare terreno in classifica.
L’Inter di oggi, cinica e imperforabile, è figlia della rivoluzione che la società ha portato a termine in estate seguendo le indicazioni del tecnico. Questa squadra incassa poche reti, grazie alla miglior difesa della serie A, vince ma non convince. La manovra è macchinosa e i gol (solo 12) arrivano sopratutto per le invenzioni di alcuni solisti. Mancini nel suo rodaggio continuo sta mischiando le carte, per ora senza risultati significativi. Deve trovare in fretta la quadra perché non è un problema di sola estetica. Alla lunga il bel gioco farà la differenza in testa alla classifica. L’origine di tutto ciò risiede in un piccolo difetto di fabbricazione.
L’Inter è stata assemblata con un’abbondanza di attaccanti esterni ma senza un faro dentro il suo centrocampo muscolare, perfetto nel fare da scudo ma in palese difficoltà quando deve costruire. Per questo l’idea Pirlo o l’arrivo di un altro «piedi buoni» ha un senso. Così come l’acquisto a gennaio di un vero vice Icardi. Due tasselli per completare un mosaico da scudetto. “