Castellini: “Il mio preferito? Zenga. Julio Cesar fortissimo con i piedi”
L’ex portiere di Torino e Napoli, Luciano Castellini, ha parlato di alcuni grandi portieri dell’Inter a Panorama.it.
Queste le sue parole: “Sarti grandissimo portiere. Il suo punto di forza era la serenità che sapeva trasmettere a tutta la squadra. Un numero uno pragmatico, che non si concedeva voli spettacolari, ma estramamente efficace. Un eccellente senso della posizione. Un portiere all’inglese, come si diceva un tempo. E’ stato un capostipite per molti che sono venuti dopo.
Lido Vieri? Eccezionale Lido! Arrivai al Torino dal Monza proprio un anno dopo il suo passaggio dai granata ai nerazzurri. Un portiere diametralmente opposto a Sarti. Era un leader carismatico, molto spettacolare negli interventi e dalla grande forza fisica. Devo confessare che, da ragazzo, era il mio modello di riferimento.
Bordon? Ivano era una via di mezzo tra Sarti e Vieri. E’ arrivato all’Inter molto giovane ed ha potuto copiare da Lido molti segreti. Alle sue capacità spettacolari ha unito anche una tranquillità non comune durante le partite. Anche se, va detto, a volte i portieri bluffano ad apparire sereni.
Zenga? Walter è il mio pupillo. Dovevo fare il suo secondo sul finire della mia carriera, ma il Napoli non mi lasciò andare. Così sono arrivato all’Inter da preparatore dei portieri e lì ho potuto apprezzare le grandi doti di Zenga. Posso dire di averlo cresciuto, avergli rimboccato le coperte negli anni della sua formazione. Si fidava ciecamente di me e non mi ha mai deluso. Giocatore dalla grandissima personalità, carisma innato, forza mentale, sapeva fare quello che voleva: la parata spettacolare da ovazione dello stadio a quella tradizionale. Cosa gli consigliavo io? Quelle spettacolari, così era sempre il migliore in campo nelle pagelle del giorno dopo.
Julio Cesar? Non l’ho allenato, ma lo conosco bene. Giacinto mi mandò in Brasile a vederlo e feci una relazione entusiastica. Capii subito che era un portiere fortissimo, e non ebbi dubbi neppure quando andò al Chievo dove giocò poco o nulla. Arrivato all’Inter si affermò subito alla grande. Un portiere totalmente diverso dagli altri, perché cresciuto in un ambiente diverso. In Brasile le partite sono sempre generose di gol e il portiere ha un ruolo meno decisivo rispetto a noi. Bravissimo tra i pali, Julio è molto bravo anche con i piedi. Avrebbe potuto fare anche il centrocampista.
Portieri giovanili? Sì, ce ne sono due o tre molto promettenti, ma niente nomi, devono crescere con tranquillità senza pressioni. Loro sono ragazzi seri, comunque, ed ho molte aspettative su di loro“.