Editoriale sulla diciannovesima giornata di Serie A. L’Inter cade ancora in casa, perde il primato e il titolo di inverno.
La 19esima giornata di Serie A risulta essere la più amara per i cuori nerazzurri. Non bastava la sconfitta tanto amara quanto incredibile con il Sassuolo: il Napoli ha vinto agevolmente in casa del Frosinone e si è preso la vetta, mentre la Juve ha vinto sul campo della Samp, come era prevedibile. La colpa non è da ricercarsi in un unico responsabile. Non serve cercare un capro espiatorio, non si può solo condannare al patibolo Mancini per le scelte tecniche o Murillo per l’imprecisione in occasione sul rigore. Se si vince, si vince tutti insieme, e così deve essere quando si perde. Non serve nemmeno abbattersi: siamo comunque in una zona di classifica strepitosa, considerando che negli ultimi 4 anni, a Gennaio, eravamo nella parte destra della classifica.
Il Napoli si è preso furbescamente il titolo di campione di inverno, sfruttando un’occasione d’oro come la sconfitta in casa di un’Inter sfortunata e insolita. Perché insolita? Perché ci eravamo abituati a segnare un gol con appena tre tiri in porta, perché ci eravamo abituati a essere cinici, ad ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Ieri invece abbiamo creato anche troppo, senza concludere nulla. In questi casi si apprezzano di più quegli 1-0 che tanto in alto ci hanno portato, che fanno male ai sedicenti “amanti del bel gioco” e che fanno discutere i giornalisti faziosi di parte napoletana, romana, juventina, milanista, e via dicendo. Certo, dà fastidio perdere due partite in casa consecutivamente, e soprattutto per colpa di due rigori nei minuti finali. Questo fa capire che c’è ancora molto da lavorare sulla tenuta mentale della squadra, che ancora presenta delle imperfezioni sul piano psicologico. Ci teniamo il secondo posto a pari merito con la Juve, e ci auguriamo di vedere il Napoli che soffre di vertigini alla prima occasione utile. Ricordate il sorpasso sull’Inter di un mese e mezzo fa? Al Napoli costò una sconfitta e un pareggio, che li riportarono a -4 dall’Inter.
Non bisogna essere troppo ottimisti, ma neanche trasformare questa situazione in un lutto irreparabile. Il campionato, quest’anno, ha la classifica troppo corta: la Fiorentina, pur avendo perso con la Lazio, rimane lì, nella bagarre per la vetta, e la Roma, che è diventata un’armata Brancaleone, ha solo 5 punti di distanza dalla zona Champions. Il Milan potrebbe lottare nella migliore delle ipotesi per l’Europa League, ma sapete chi deve mettersi alle spalle? Empoli e Sassuolo,rispettivamente a quota 30 e 31 punti, due squadre che abbiamo affrontato in appena 4 giorni con risultati altalenanti. Il nostro messaggio, cari fratelli nerazzurri, è quello di non disperare per così poco: i conti, come si suol dire, si fanno a Maggio, e noi siamo solo al giro di boa. Siamo lassù, a lottare per uno scudetto, e ci dobbiamo rimanere perché abbiamo tutti i mezzi per vincerlo: basta solo crederci e tenere un po’ più i piedi per terra. Non solo: dobbiamo anche eliminare l’animo “piangina” insito nell’animo del 90% degli interisti.
Perché, se continuiamo con queste lamentele e questi cambi di umore repentini su formazione e tecnico, in primavera ammireremo di nuovo la Juve con il tricolore sulla maglia. Aspettiamo e guardiamo: ci è concesso solo di incitare, perché, per quanto fatto finora, la squadra va solo ringraziata, perché siamo tornati nei posti che ci competono. Dobbiamo marciare come un sol uomo verso un unico obiettivo: vincere e zittire la massa di pecoroni goderecci delle altre tifoserie. Ce la possiamo fare, l’essere soli contro tutti sarà la nostra marcia in più. AMALA, SEMPRE.