Il noto giornalista di fede interista Gad Lerner, attraverso le colonne di Calciomercato.com ha parlato della sconfitta subita contro il Sassuolo e delle tendenze masoschiste degli interisti
”Desiderando mantenere una visione ottimistica della vita, ho deciso che conserverò degli ultimi due turni del girone d’andata un solo ricordo: la bistecca di groppa dell’Antica Trattoria Sanesi di Lastra a Signa, prelibatezza in grado di mandare in visibilio anche un vegetariano. Il resto, cioè Empoli-Inter e Inter-Sassuolo, preferirei dimenticarmelo. Lo stadio Castellani ci aveva accolto benevolmente, nonostante le sciarpe nerazzurre, e ancora ci resta la curiosità di quale partita si possa intravedere di sghembo dalle improbabili palafitte che un ingegnere buontempone ha fatto erigere un bel po’ dietro alle porte. Ma siccome io e i miei figli eravamo in tribuna e l’abbiamo vista bene, non ci ha stupito il cambiamento d’umore nei nostri confronti degli empolesi dopo il novantacinquesimo minuto. All’uscita ho dovuto zittire uno stagionato energumeno il quale si era fissato (pregiudizio antiebraico?) nell’idea che non avessimo pagato il biglietto. La sua furia era male indirizzata ma comprensibile: aveva visto la sua squadra perdere giocando meglio della capolista. Chi è tifoso lo sa: la vittoria immeritata racchiude in sé assieme al disagio un inconfessabile godimento.
Ma siccome noi interisti siamo afflitti anche da una lieve tendenza masochistica, voglio confidare allo screanzato empolese che ci ha rimandati a Milano con un carico di parolacce irripetibili (uno solo, tengo a precisarlo, gli altri si scusavano prendendone le distanze) il seguito della storia. Celebratosi a San Siro la domenica seguente alle ore 12,30. Ebbene, nel nostro beneamato stadio dove pure da tempo immemorabile rinnoviamo l’abbonamento di tribuna arancione, siccome alla partita veniva un figlio in più, ho accettato la gentile offerta dell’Inter di spostarci per una volta niente meno che in tribuna autorità, dove avremmo potuto sederci tutti vicini.
Goda pure l’empolese che mi accusava di essere uno scroccone. Io che in quella tribuna autorità –dove pure ho degli amici, ma dove capita di doversi salutare con l’immancabile Ignazio La Russa- provo sempre un certo imbarazzo. Cresciuto a dismisura allorquando nel giro dei primi cinque minuti ho visto Icardi (il killer di Empoli) buttar fuori un pallone d’oro e poi Ljajic magiarsi altri due o tre gol già fatti. Il resto lo sapete. Un’Inter decisamente migliore di quella vittoriosa a Empoli ha pensato bene di gettare via proprio all’ultimo minuto il titolo platonico di campione d’inverno. Al Sassuolo avremmo potuto rifilarne –se non sette come gli anni scorsi- almeno quattro gol, per quanto formidabile si sia rivelato il suo portiere. Invece gli abbiamo regalato la refurtiva dei tre punti agguantati a Empoli. Noi interisti siamo nati per soffrire, non occorreva aspettare questo inizio 2016 per saperlo. Resto convinto che, a differenza degli anni scorsi, la squadra c’è, in grado di combattere fino in fondo a un campionato in cui la mediocrità colpisce a turno le grandi e così regala momenti di gloria alle provinciali. Voi lo troverete divertente, io un po’ meno.”