Il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, ha parlato ai microfoni della Rai, rispondendo alle accuse di razzismo, rivoltegli dal tecnico dell’Inter, Roberto Mancini:
“Mi ero innervosito per la decisione su Mertens, ho visto che si lamentava per il recupero. Sono cose da campo e devono finire in campo. Meglio se non succedevano ma sono le classiche discussioni da campo. Io gli ho chiesto subito scusa, era contrariato e mi aspetto che domani le accetti, tra uomini di sport funziona cosi. Cosa gli ho detto? Non me lo ricordo neanche cosa ho detto, può essere, ma deve finire li. Non ho 60anni, se me li aumentano anche diventa pesante. Io penso che una litigata da campo ha tempo di 10 secondi e poi deve finire. Insulti omofobi? mi sembra un’esagerazione, era rabbia senza secondo fine, mi è scappata una parola perché ero nervoso. Su Martens mi è sembrata una scelta esagerata e il recupero mi è sembrato anche poco. Gli posso aver detto democristiano, gli posso aver detto qualsiasi cosa, non ricordo francamente. Non c’è niente dietro, non tiriamo fuori questi discorsi. In campo c’è una tensione che nella vita normale non c’è, queste parole possono scappare, l’offesa in campo ci può stare, ma dovrebbe finire tutto in campo. Perché si è offeso? Non lo so, per me doveva finire in pochissimi secondi, io non l’avrei tirata fuori dal campo ma accetto che un’altra persona la pensi diversamente da me. Come tutte le offesa la mia è stata inopportuna, non è normale però che escano dal campo. Scuse? Le ho fatte in privato e le sto facendo pubblicamente, più di cosi non posso fare. Cosa farò? Rinnoverò le mie scuse ma ripeto più di cosi non posso fare. Io non volevo discriminare nessuno è chiaro che le scuse vadano anche agli omosessuali se ho usato quel termine”.