Dagli studi di Sky Sport si e’ parlato ancora della lite tra Maurizio Sarri e Roberto Mancini, e della possibile sanzione che rischia di ricevere il tecnico azzurro
Il noto giornalista Stefano De Grandis ha commentato ed analizzato quanto accaduto ieri sera al San Paolo nel finale del match tra il Napoli e l’Inter: “Qualcuno dice che Mancini abbia strumentalizzato le dichiarazioni di Sarri per destabilizzare l’ambiente, io non credo ad una strategia a tavolino. Mancini è un introverso, ma anche un uomo con una grande autostima, crede di essere un simbolo del calcio italiano, il fatto che sia stato insultato in malo modo nasce dall’atteggiamento e dalla volontà di etichettarlo per la sua stravaganza estetica, perché Sarri è l’opposto del tecnico nerazzurro e Mancini non ci sta all’attacco, perché ritiene di essere un simbolo del calcio. Sarri è arrivato dalla manovolanza alla grande piazza, Mancini invece viene da un calcio inglese, dove le cose non vengono fatte passare e quindi ha voluto far venire alla luce un comportamento incivile di Sarri. Al di là della cattiveria e dell’offesa – inaccettabile – nel campo vola di tutto, ma è giusto che ci sia la denuncia, Sarri ha sbagliato dal punto di vista culturale, è un’offesa inaccettabile, anche se non credo lo abbia fatto per omofobia. Nella mia vita un’affermazione del genere, o razzista sul colore della pelle, non verrrà mai fuori perché non fa parte della mia cultura, è difficile che io possa fare un insulto che riguarda la sfera sessuale. E’ culturalmente inammissibile. Sarri avrebbe dovuto chiedere scusa in conferenza, invece di dire ‘non volevo dire quello’. Questo aspetto finisce per inquinare la sua immagine. Penso anche però che nel momento in cui lu fa quel tipo di insulto non stia pensando di offendere per omofobia, ma è un insulto difficilmente accettabile ora, nel 2016, quando si sta facendo uno sforzo per cambiare. Mancini furbo? No, non è una strategia a tavolino per me, lui è impulsivo, nel calcio però succede che avvengano delle cose del genere. Sanzione? Sì, me l’aspetto, ma magari non pesantissima. La crescita culturale però non dipende dalla sanzione”.