Ancora tu.. ma non dovevamo vederci più? Adriano Leite Ribeiro compirà tra pochi giorni trentaquattro anni, e nel calcio a trentaquattro anni hai già dovuto dire tutto. Oppure sei rimasto nelle serie minori per tanti anni e poi sbocci, sorprendi, ti togli qualche soddisfazione. Adriano invece no. Lui è diventato subito campione.
Ha esordito distruggendo la porta del Bernabeu e ha incantato i tifosi nerazzurri, vincendo tre campionati . Poi Adriano torna in Brasile dove, nonostante una decina abbondante di chili in più, riesce ancora a fare la differenza. Un titolo col Flamengo nel 2009 e poi l’Imperatore firma per la Roma, con la quale giocherà 5 partite prima di ritornare in patria al Corinthians. Anche lì molto fumo e poco arrosto: arrivato al Timao con titoloni sui giornali e roboanti promesse di un definitivo cambio di stile di vita, Adriano giocherà spezzoni di partite,non incidendo sul corso degli eventi. Così come nel Flamengo e nell’Atlètico Paranaense.
Lo hanno accusato di associazione finalizzata al traffico di droga, falsificazione di documenti e traffico di droga e dei festini “stupefacenti”. Uno che non avrebbe avuto nulla da invidiare ai vari Cristiano Ronaldo e Messi, avrebbe potuto riempire la sua bacheca con un paio di Palloni d’Oro ma invece viene premiato con il prestigioso Bidone d’oro. Se lo merita tutto. Era un campione. Poteva diventare IL campione. Si è perso solo per colpa sua e di problemi depressivi dopo la morte del padre.
Ora ricomincia dal Miami United, squadra di quarta divisione statunitense. In bocca al lupo, Imperatore!