Il noto giornalista, Mario Sconcerti, sulle colonne del Corriere della Sera ha analizzato la gara di questa sera tra l’Inter di Mancini ed il Milan di Mihajlovic
Il noto giornalista ha parlato del periodo nerazzurro poco brillante e delle armi ha disposizione del Mancio in una partita che potrebbe decidere il resto della stagione: “L’Inter migliore degli ultimi due mesi l’ho vista in alcuni tratti della rovinosa partita con la Juventus. Quando era in gara e correva a un ritmo che raramente le è congeniale. Credo correrà molto anche stasera, come fece nel derby di andata. Queste sono le sue partite. L’Inter ha bisogno di momenti supremi perché è fondamentalmente sbagliata. La diversità di oggi sta nell’inserimento di Eder e nella collocazione di Ljajic. Non credo giocherà esattamente dietro le punte. Ljajic giocherà sul centro sinistra come Eder sul centro destra, tutti e due vicini a Icardi. Due ali corte. Insieme fanno un bel trio, di qualità, molto veloce. Sono però uomini da ultimi venti metri. Hanno tutti e tre spunto e tiro, non hanno senso del gioco. Saranno appoggiati da un centrocampo statico che ha in Brozovic un interprete anarchico ma itinerante. Brozovic è l’unico che a modo suo può legare il gioco dell’Inter. Melo fa solo passaggi, Medel e Kondogbia anche. Brozovic mette insieme le zone del campo. Non è un fuoriclasse, ma è l’unico adatto a una cosa necessaria nel calcio, legare uomini e spazi. L’Inter mi sembra migliore del Milan in una partita d’impeto, il Milan mi sembra migliore nell’organizzazione complessiva. È più corretta come squadra, ha uomini di ruolo in quasi tutte le zone del campo, ha caratteristiche non formidabili ma chiare. Mihajlovic ha costruito una squadra normale, l’Inter ha più potenzialità ma non è ancora arrivata, quello che fa è sempre molto faticoso.
Sconcerti poi sposta la propria analisi sui rossoneri: ‘‘Il Milan mi sembra più libero. Ha passato il momento peggiore. L’Inter però ha ripreso a correre e avrà molti attaccanti capaci di chiudere un triangolo. Non conosco seriamente il pronostico, so però che non sarà la partita che rovinerà l’amicizia tra Mihajlovic e Mancini. Sono quelle amicizie di calcio che nascono su come gioca l’altro, sul capirsi dove gli altri non possono seguirti. Sul campo. Il calcio ha una legge del branco, non ci si ammira per quanto si è intelligenti ma per come si gioca a calcio. Mancini è stato un genio, Mihajlovic un difensore con sensibilità da fuoriclasse. In comune hanno trovato una visione zingara del mondo, Mihajlovic in modo quasi ossessivo, Mancini, come arma di sincerità, il suo modo di rimanere fuori dagli schemi. Questo passeggiare sopra le righe li fa trovare sempre pronti a ogni evenienza della loro amicizia. Non possono più rifiutarsi, sbattere la porta comunque vada la partita. Perché non sono amici, semplicemente si completano”.