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Bessayah : “Barcellona – Inter del 2010 mi ha distrutto la vita”

Barcellona – Inter, era il 2010, i nerazzurri contrapposti agli extraterrestri per difendere il 3-1 dell’andata e conquistare la finale di Champions League, così è stato. Festa a Milano ed in tante altre città d’Italia, festa per tanti, delusione per altri, una “rovina per la vita” per Sofia Bessayah.

Sofia, membro della sicurezza del Camp Nou, quella sera indimenticabile, fu colpita da un razzo che le fracassò il piede cambiandole la vita. La ragazza è stata costretta a subire 11 operazioni, non è stata mai in grado di recuperare la normalità. Ora Sophia chiede aiuto, ha lanciato la petizione attraverso la piattaforma Change.org con l’obiettivo di ottenere 150.000 firme e siamo a quota 148.000.

«Il 28 aprile, 2010 ha cambiato la mia vita. Per molti sarà ricordato come il giorno in cui l’Inter ha eliminato il Barcellona dalla Champions League, ma per me il ricordo è peggiore. Dovevo controllare la zona in cui c’erano gli ultrà interisti. Ora sono con una invalidità permanente totale, il dolore fisico, i disturbi mentali e farmaci per tutta la vita. Non riesco a muovere il piede, ora devo operarmi al ginocchio e non riesco a stare in piedi da sola, senza l’aiuto di stampelle o un bastone. Voglio solo il processo e voltare pagina una volta per tutte dopo quasi sei anni di sofferenza. Ma i possibili colpevoli, la UEFA il Football Club Barcellona, ​​Prosegur e Securitas continuano a lavarsene le mani e non comparire in tribunale, eludendo il pagamento dell’indennizzo, che non guarirà le cicatrici fisiche e mentali che soffro. Per me è impossibile recuperare la vita che avevo prima, sia professionalmente che personalmente. Ho dovuto spostarmi in Andalusia, perché l’umidità di Barcellona ha reso impossibile il recupero. Non posso camminare per più di 500 metri al giorno, o andare a fare una passeggiata al parco con i miei due figli, e sempre devo contare sull’automobile. Da qui Chiedo che sia fatta giustizia, che i “potenti” non la facciano franca ancora una volta».