Il giornalista Bruno Longhi ha analizzato il momento dell’Inter, individuando nel match di mercoledi contro la Juventus la partita della svolta, nel suo servizio per Premium Sport:
“Dall’indimenticabile notte di San Siro sono emerse due mezze verità: la prima, su cui bisognerebbe meditare, è che l’Inter fa come quelli che quando il gioco si fa duro iniziano a giocare, o meglio, quando peggio della sconfitta c’è solo la sconfitta ecco che dà il meglio di sé; la seconda è che i giocatori non sono mai stati così assatanati, aggressivi e precisi nei passaggi. Proprio su questi deve puntare Mancini a patto che sappiano ripetersi. Uno come Brozovic, a differenza di Melo, sa dare non solo quantità al centrocampo, ma anche qualità. A Perisic, invece, non si può rinunciare se gioca su quei livelli di eccellenza che lo avevano preceduto al suo arrivo a Milano e che finalmente ha messo in mostra contro la Juve. Kondogbia sembra essere uscito dal tunnel dell’anonimato. Con il 4-3-3 deve trovare assolutamente cittadinanza Ljajic e Mancini non può prescindere da Eder che con le sue accelerazioni crea molti più affanni alle difese avversarie di quante potrebbe procurane Icardi, più goleador, ma più statico dell’italo-brasiliano. Scelta dolorosa, non definitiva, ma probabilmente necessaria per evitare altri dolori“