Cauet: “Il legame che ho con l’Inter è unico”
L’ex centrocampista dell’Inter, Benoit Cauet, attuale allenatore degli Under 17 dei nerazzurri, ha parlato del proprio legame con l’Inter e del suo lavoro per il settore giovanile, nell’intervista rilasciata a Goal.com:
Sul motivo per cui allena i giovani:
“Penso che prima di correre, sia importante saper camminare… bisogna costruirsi gli strumenti per poter provare a salire al livello più alto. Ho giocato tanto a calcio, ho vinto dei trofei, ho imparato tante cose, ma so che certe cose come la gestione umana di un gruppo sono fondamentali e serve tempo per impararle. Non ho mai allenato i bambini, ho iniziato però dagli Under 14, mi piace seguire quella specifica fase di sviluppo dei giovani calciatori. E non è solo un discorso di campo. Bisogna educare i ragazzi affinchè diventino anche dei bravi uomini. É un mestiere dove bisogna essere proattivi, propositivi, sempre”;
Sul legame con l’Inter:
“E’ da tempo che sono qua all’Inter, sono tornato nel 2006 dopo averci giocato per diversi anni. Sono stato per un certo periodo consulente per la prima squadra, quindi sono diventato allenatore dei giovani. É stato un club importante per me, sono stato in tanti grandi club nella mia carriera, ma il legame che c’è con l’Inter non ha paragoni, e anche dopo il cambio di proprietà la strada è rimasta quella di una massima attenzione al settore giovanile e al percorso dei ragazzi. C’è stata continuità e questo per noi è molto rassicurante. Con una simile base, si arriva a creare dei bravi giocatori ed è una cosa di cui essere fieri”;
Sulle sue ambizioni:
“Al momento alleno i giovani, il mio obiettivo è di aiutare questi ragazzi. Dopodiché, penso che allenare una prima squadra richieda un altro tipo di percorso. Come tutti, ho l’ambizione di migliorarmi sempre, quindi sì, è un sogno. Ma non sono all’Inter per sognare…”;
Sul settore giovanile italiano e quello francese:
“Il sistema giovanile italiano va verso un’evoluzione della valorizzazione dei giovani giocatori. Ci sarà un primo cambiamento dalla prossima stagione per cercare di migliorare le cose. Bisognerebbe inoltre prendere esempio dalla Francia o dalla Spagna. In Francia ad esempio i giovani si confrontano con gli adulti nel CFA o nel CFA2, ciò consente di capire il loro valore più facilmente. Altrimenti, si crea un divario tra Primavera e prima squadra troppo grande, e gli allenatori non si fidano a prendere i rischi. La valutazione non deve essere fatta confrontando giocatori della stessa età, a me serve che i miei ragazzi si misurino con giocatori adulti. Al momento i giovani mancano soprattutto di esperienza, un ragazzo di 17 o 18 anni deve provare a giocare a un livello più alto. Ma credo che la prossima stagione, qualcosa cambierà in tal senso anche in Italia”.