Ausilio intervistato da Libero: presente, passato e futuro dell’Inter

L’intervista di Piero Ausilio ai microfoni di Libero. Il ds ha parlato di qualsiasi argomento.

Piero Ausilio si è intrattenuto con Libero per una lunga intervista, in cui ha parlato di presente, passato e futuro dell’Inter. Molti gli argomenti trattati. Queste le parole del direttore sportivo dell’Inter:

“Come ci muoveremo sul mercato?  Stiamo seguendo Soriano e a Ferrero sto simpatico. Su Banega non posso dire nulla, è tesserato con un altro club. Erkin fa parte dei parametri zero che ci piacciono. Per i riscatti ci siamo già confrontati con il tecnico: nessuna decisione verrà presa prima del 15 maggio, giorno dell’ultima giornata, poi avremo tempo fino al 30 giugno per esercitare i nostri ‘diritti’. Stesso discorso per Jovetic, è un professionista serio e si allena con impegno. Non gioca mai perché ora è infortunato. Se abbiamo già puntato qualcuno per l’anno prossimo? Sì, un giocatore dell’attuale serie A, offensivo e duttile.

Qualcuno parla di fallimento economico? Voci già smentite dal presidente Thohir. L’Inter, come tutte le società, utilizza linee di credito. Thohir ha un piano chiaro che va oltre la classifica. Con l’UEFA abbiamo sottoscritto un contratto e lo stiamo rispettando. I 30 milioni di rosso? Non c’entrano col debito. Il fairplay finanziario ci obbliga a tenere il bilancio in pari tra acquisti e cessioni, cosa che stiamo facendo. Per intenderci: non c’è alcun rischio che si faccia la fine del Galatasaray.

Thohir Lui è lontano fisicamente, ma ci sentiamo tutti i giorni. Ci chiede dei giocatori, si informa, sa di calcio più di quanto si voglia far apparire. Arrabbiato per quanto si legge sui giornali? Più che altro è rimasto deluso, lo si è fatto passare per quello che non è. Ha un tale rispetto che per sua scelta si è adattato al nostro fuso orario: ci scrive quando da lui sono le 2 del mattino per non disturbarci.

Io comunque devo tanto a Moratti, veramente un grande uomo. Allo stesso tempo è anche vero che è Thohir ad avermi scelto come direttore dell’area sportiva nel post-Branca. Di Marco molti hanno un’idea sbagliata, con lui ho sempre lavorato bene.

Il mio futuro? Il mio contratto scade nel 2017, anche se non abbiamo ancora parlato di rinnovo. La storia di quando sono andato a Londra è meravigliosa: è uscita la notizia, ma la verità è che in Inghilterra non ci sono andato affatto! Invece c’era Thohir a vedere Arsenal-­Barcellona. Se accetterei il Milan? Dopo tanti anni in nerazzurro farei fatica a vedermi in rossonero.

Perchè mi sono sfogato dopo Juventus-Inter? Ero furibondo. Voglio bene ai calciatori come figli: se tornano a casa con un 5 in pagella, la prima volta li avvisi, la seconda li redarguisci, la terza ti incazzi.

Cosa penso di Kondogbia? Geoffrey è costato 31 milioni più 6 di bonus, la stessa cifra che abbiamo incassato da Kovacic, e noi siamo felici del nostro investimento. Il fatto che i media non concordino, beh, questa cosa è grottesca. A volte con Mancini ci confrontiamo subito dopo le partite: “A me è piaciuto molto Kondo”. E io: “Anche a me”. Poi andiamo in conferenza e i giornalisti attaccano: “Altra brutta prestazione di Kondo…”. Nella valutazione delle sue partite pesa in maniera eccessiva il prezzo del cartellino, che tra l’altro poteva costarci di meno. Con il Monaco avevamo raggiunto un’intesa per 27 milioni più bonus, poi si è fatto avanti il Milan e il prezzo è aumentato. Il ragazzo ha vacillato, in rossonero avrebbe guadagnato molto di più, ma poi lui e la società hanno mantenuto la parola, in fondo lo seguivamo dai tempi del Siviglia.

I nostri conti sono in rosso? Molti non ci credono, ma il nostro mercato è totalmente autofinanziato. Nelle ultime due sessioni abbiamo mosso 28 giocatori: 13 in entrata e 15 in uscita per un bilancio vicinissimo allo zero. Le rate? Sappiamo quello che facciamo. Nel mondo dei media c’è troppa superficialità. Shaqiri, per dire: al Bayern dobbiamo 15 milioni in 3 rate, lo Stoke ce l’ha pagato la stessa cifra ma in un’unica soluzione. Questo genere di operazioni ci permettono di andare a caccia di altri giocatori, eppure in giro si dice “l’Inter ha buttato 15 milioni.

I nostri punti di forza? Lo scouting, senza ombra di dubbio. Da noi fa capo a Massimiliano Mirabelli che gestisce dieci osservatori: sono bravissimi. Per Murillo sono stati fondamentali: era un difensore semi-sconosciuto che stava lottando per non retrocedere con il Granada. Mirabelli insisteva e aveva ragione. Un altro prodotto dello scouting è Brozovic. Su indicazione di Mirabelli io e Mancini andiamo a vedere Italia­-Croazia a San Siro. Osserviamo Marcelo e in contemporanea ci innamoriamo anche di Perisic.

Icardi via? E’ un professionista esemplare, tra i primi ad arrivare al campo e uno degli ultimi ad andare via, pensa a lavorare e a stare con la moglie e i quattro bambini, non ha grilli per la testa, dice da mesi che all’Inter vuole restare a lungo, la società su di lui vuole costruire i prossimi 10 anni e non a caso è il capitano, eppure quando si parla di lui si dicono solo due cose: “Icardi è poco serio” e “l’Inter lo venderà di sicuro””.