Handanovic duro: “I punti persi a gennaio ci hanno massacrato”
Il portiere dell’Inter, Samir Handanovic, ha parlato della stagione dei nerazzurri disputata fino ad ora e del suo ritiro con la nazionale, con un pizzico di rammarico per i risultati di gennaio, ai microfoni di Tuttosport:
Corsa al terzo posto:
“Ora non dipende più da noi, però l’Inter deve provare a fare il massimo pensando solo a sé stessa e a vincerle tutte. Poi vediamo cosa accadrà: loro, per esempio, alla ripresa hanno già il derby. Mancano 8 giornate e può ancora succedere di tutto. Tutti in un campionato hanno una flessione, a noi è accaduto a gennaio quando ci sono tante partite. Purtroppo i punti persi lì ci hanno un po’ “massacrato”. Forse in quel periodo dovevamo accontentarci di pareggiare qualche partita. Il campionato però ha dimostrato come Juve e Napoli abbiano qualcosa in più e che noi siamo nel gruppetto dietro di loro”;
Errore da non ripetere:
“Certe cose vanno analizzate a fine campionato, ma non va dimenticato che noi siamo una squadra con tredici giocatori nuovi, mentre Juve e Napoli, anche se hanno cambiato allenatore, giocano insieme da almeno 2-3 anni e forse hanno anche qualcosa di più come organico. Noi dovevamo pareggiare con Lazio e Sassuolo mentre abbiamo sbagliato partita con Carpi e Verona ed è normale che se vuoi lottare a un certo livello non puoi buttare via tutti questi punti. Però anche questo fa parte del percorso di crescita di una squadra”;
Sull’addio alla Nazionale:
“Per quanto riguarda la slovenia, non è stato un arrivederci ma un addio dopo una decisione presa con coscienza e su cui non voglio tornare perché è stata una scelta personale”;
Sull’importanza di avere un secondo competitivo:
“Tanto, perché ci deve essere competizione nel ruolo. Però deve esserci pure chiarezza nelle gerarchie, almeno in partenza. Non capisco società, come è accaduto qualche anno fa al Real, che scelgono a tavolino un portiere per il campionato e uno per le Coppe. Noi portieri non dobbiamo certo fare 12 chilometri ad alta intensità però un portiere deve essere pronto ad affrontare lo stress psicologico che comporta il ruolo e saper metabolizzare gli sbagli, a volte li dimentichi subito, altre ti porti il ricordo per una settimana. Però non è che cambio il mio modo di allenarmi perché non ho preso un pallone”;
Ringraziamento speciale:
“A Bonaiuti, il mio allenatore: l’ho incontrato a Udine e, sin dal primo giorno, ha creduto in me. Adriano mi ha migliorato in tutto e, non appena ho potuto, l’ho voluto portare all’Inter”;
Rimpianto particolare:
” Il preliminare di Champions perso con l’Udinese contro l’Arsenal perché la squadra che era arrivata terza in campionato non è andata a giocarsi quelle due partite, visto che sono stati venduti tre giocatori senza che ne fosse preso nessuno, mentre tra le gioie ci metto l’aver conquistato il Mondiale con la Slovenia quando nessuno se lo aspettava”;
Sul rapporto tra Terrorismo e Sport:
“Non sono abituato a vivere avendo paura: non mi voglio far condizionare da nessuno. Gli Europei a porte chiuse sarebbero una sconfitta perché il calcio è spettacolo e senza spettatori non lo sarebbe più”.