Murillo: “I tifosi dell’Inter sono grandi, Cordoba un idolo”
Protagonista questa del programma Inter Nos su Inter Channel, Jeison Murillo, difensore colombiano dell’Inter ha parlato del suo approdo in Italia e del suo rapporto con la Nazionale colombiana:
Sull’inno della Nazionale colombiana e sul perchè cantarlo ad occhi chiusi:
“Non è da tutti i giorni giocare con la maglia della Nazionale, è bello sentire l’inno”;
Sulla Nazionale?
“E’ la cosa più grande per un giocatore”;
L’esordio con la Nazionale?
“Sensazione troppo forte quando ho letto di essere i convocati. Strano entrare in campo, avevo 21 anni e giocare con quei grandi giocatori…”
Come sei cresciuto?
“Avevo sempre fame di gloria, mi piaceva il calcio. Un bravo figlio e fratello. Siamo tutti l’orgoglio di papà e mamma, non solo io. A scuola ero il migliore”.
Sull’arrivo in Italia ed il rapporto con i tifosi dell’Inter:
“E’ normale che quando arrivi da una piccola come il Granada nessuno ti conosce. Io sono arrivato con grande serenità, e ho voluto solo dimostrare di essere da Inter. I tifosi sono grandi; guardavo sempre la televisione e seguivo l’Inter perché giocava Cordoba. Mi è piaciuto essere accolto così bene dai tifosi”.
Su Cordoba:
“E’ un idolo, un suo colpo di testa ci fece vincere la Coppa America. Tutta la gente era felice”.
Sul futuro:
“Sono contento che i tifosi mi vogliano qua. Ho cinque anni di contratto e penso solo all’Inter. Devo lavorare tanto e penso solo all’Inter”.
Sul Deportivo Cali:
“E’ la squadra più importante della città, ci ho giocato da piccolo, avevo 13-14 anni prima di passare all’Udinese. Futuro nella squadra della mia città? Ora è presto per pensarci, sarebbe bello, ma c’è ancora tanto tempo”.
Fuori dal campo:
“Sono un ragazzo tranquillo, mi piace divertirmi. Voglio il meglio per me; ho una moglie che vive con me e sono felice con lei. E’ colombiana, ma abitava in Spagna. Sto tanto tempo coi cani, sto tanto tempo con la mia donna; faccio robe tranquille”.
Quando hai saputo dell’Inter cosa hai provato?
“Tanta allegria, ero felice e voglio ripagare la fiducia di questa squadra. Potevo arrivare a gennaio, ma al Granada la situazione non era facile e avevano bisogno di me. Ho avuto un infortunio e non potevo giocare, poi ho disputato la Coppa America e sono tornato qui. Arrivare in una squadra nuova, nuova città e compagni, io avevo tanta voglia di venire all’Inter”.
Il tuo idolo era Escobar? Cosa ricordi dei tempi all’Udinese?
“No, ero piccolo e non lo conoscevo. Il mio idolo è sempre stato Ivan Cordoba. Non ci sono mai andato all’Udinese, ho firmato per loro e sono andato a giocare al Granada”.
Le esperienze a Cadice, Las Palmas e Granada:
“Al Cadice sono arrivato come il quarto difensore e poi sono diventato il primo. A Las Palmas il tecnico mi ha dato fiducia per giocare, cercava di farci giocare come il Barcellona. Poi Granada, e piano piano all’Inter. A Las Palmas si viveva bene, bella città”.
Bandiera dell’Inter?
“Ivan ha fatto una carriera bellissima nell’Inter, è l’idolo di tante persone in Colombia, in Italia e a Milano. Devo fare una cosa per volta, piano piano poi vedremo”.
Ti chiamano la Muraglia?
“Sì è vero. Vuol dire che non facevo passare, ma devo continuare a lavorare”.
Su Miranda?
“Prima di essere un gran giocatore, è una gran persona. Ha grande esperienza e posso apprendere molto da lui. Imparare per poter continuare a migliorare in ogni allenamento”.
Un giocatore che ti piace?
“Thiago Silva. Lo sa anche Miranda…”.
Quale allenatore ti ha insegnato più di tutti?
“Ho imparato da tutti. Ma Sergio Loguera, veniva dal Barcellona ci faceva giocare tanto il pallone e mi piaceva. Mancini è una persona tranquilla, devo imparare da lui e rispettare le sue decisioni. Dobbiamo andare avanti lavorando”.
Calcio italiano diverso dagli altri?
“Sì, è più tecnico, più stretto”.
L’avversario più forte affrontato:
“Un giocatore che mi è ha sorpreso è Higuain. Sta facendo una grande stagione”.
Primo gol con l’Inter:
“Il gol è sempre un bel momento. E’ una cosa che ti fa gioire”.
Sulla sconfitta con il Torino:
“Quando la squadra non va bene, tutto quello che si fa non va bene. Dobbiamo rialzare la testa e continuare a lavorare perché le cose possono cambiare”.
Sull’emozione di giocare a San Siro?
“Ringrazio Dio per l’opportunità che mi dà, di giocare in una grande squadra. Devo rispettare la maglia, la passione dei tifosi ci coinvolge”.
Compagno con cui condividi la stanza?
“Medel. Prima era Guarin, ora Gary. Mi trovo bene con tutti, magari di più con i sudamericani”.
Ruolo migliore?
“Devo farmi trovare pronto per tutti i ruoli. Per me è indifferente, ho sempre giocato con tutti i moduli”.
Oltre il calcio, quale sport ti appassiona:
“Mi piace il basket, seguo l’Nba”.
Sul trasferimento in Europa?
“E’ difficile, la famiglia e gli amici ti mancano, poi è normale perché devi seguire il tuo sogno. Mi ha aiutato il fatto di arrivare in Spagna”.
Sul gol in Coppa America contro il Brasile:
“E’ una bellissima sensazione. E’ l’unico che ho fatto con la Colombia, non vincevamo col Brasile da tanti anni. E’ stato bellissimo”.
La partita col Frosinone:
“Campo difficile, loro in casa sono forti. Speriamo di fargli gol visto che non lo subiscono da tanto tempo. Dobbiamo rimanere concentrati, giocare bene e vincere”.
Obiettivo terzo posto svanito?
“Non dobbiamo abbassare il braccio, si dice in spagnolo. Dobbiamo tenere la testa alta, e provarci”.