Biasin: “Bisogna ripartire da Mancini ma non negare l’evidenza”
Il giornalista di Libero, Fabrizio Biasin, ha analizzato la stagione dell’Inter dopo la sconfitta in casa della Lazio che ha decretato l’addio anche matematico alle speranze di qualificazione in Champions League. Queste le sue parole nell’editoriale presente su Tmw:
“L’Inter chiuderà presumibilmente il campionato al quarto posto, ovvero una posizione sotto l’obiettivo stagionale. Poco? No, tantissimo. Roberto Mancini aveva il compito di portare la squadra in Champions League, aveva annunciato che questa era la sua missione e, quindi, ora è il primo a sapere di aver tradito le aspettative.
Badate bene: questo, almeno per chi scrive, non significa che debba farsi da parte, anzi. I risultati si ottengono solo con la continuità, facendo un passo in avanti alla volta, quindi non avrebbe senso ripartire da zero e comunque la società non potrebbe permetterselo (l’ingaggio da 4.5 milioni, ovvero 9 al lordo fino a giugno 2017, chiarisce da solo il concetto).
Il fatto che si debba ripartire da Mancini, però, non significa che si debba negare l’evidenza: il tecnico se la prende con i suoi giocatori che “segnano poco”, “sbagliano troppo”, “sono scesi in campo già in vacanza” e “hanno limiti tecnici e con quelli non vai da nessuna parte”. Tutto vero, tutto giusto, tutto sottoscrivibile, ma a patto che anche il tecnico decida di assumersi le sue responsabilità. Se i giocatori scendono in campo che paiono “in vacanza” l’allenatore non può non sentirsi responsabile, se “sbagliano troppo” forse dipende anche dal fatto che non si è riusciti a dare alcun tipo di continuità alla formazione, se i giocatori “hanno limiti tecnici” non si può non rimarcare che i “limitati” sono gli stessi ragazzi che Mancini ha preteso e ottenuto di avere con sé”.