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Zamorano: “Ronaldo il più grande, che rammarico il 98”

Lo storico ex centravanti cileno dell’Inter, Ivan Zamorano, ha parlato della sua esperienza in nerazzurro, svelando grazie a chi è approdato a Milano in un’intervista rilasciata a Panorama:

Il Carattere:
La passione e il temperamento sono sempre state nelle mie vene. Nessuno ha mai lasciato lo stadio pensando ‘Ah, se Ivan avesse rincorso quel pallone’, perché li rincorrevo tutti”;

Sulla sua attività in Cile:
“Mi sentivo in dovere di restituire l’affetto ricevuto. Il calcio mi ha reso non solo un grande sportivo, ma soprattutto una persona migliore”;

Sulle parole di Valdano:
“No, non ci rimasi male, pensai solo che era il pensiero di un dirigente che non mi conosceva. L’unica cosa che sapevo, era che avrei dovuto lottare per affermarmi. Ognuno di noi è architetto del suo destino. La lotta che dovevo intraprendere non era con lui o con la stampa, che aveva riportato le sue frasi, ma con me stesso, per impegnarmi ancora di più”;

L’approdo all’Inter:
“A convincermi fu lo spessore di Massimo Moratti. Non si rivolse solo al calciatore, ma anche all’uomo. Non puoi arrivare all’Inter e non conoscere la storia di chi ha vestito questa maglia. Quando arrivai, sapevo tutto di Helenio Herrera, Mazzola, Suarez, Facchetti, Altobelli…”;

Il Bologna:
“Con i rossoblu non feci neppure un allenamento, andai subito al San Gallo in Svizzera. Per Maifredi non ero pronto”;

Ronaldo e l’infortunio:
“Non avevo preferenze, certo il più grande è stato Ronaldo. Infortunio? Commovente è stato essere vicino a Ronaldo in quelle settimane, vedere la sua volontà di rientrare più forte di prima”;

Stagione 97-97:
“Certo c’è il rammarico per quello scudetto sfumato per il rigore negato a Ronaldo contro la Juventus. E’ stato un dispiacere, potevamo vincere quel titolo, anche per quello che poi si è saputo…”;

Sulla maglia numero 9:
“Ne parlai con Moratti e Mazzola e concordammo per darla a Ronie, in un momento delicato per lui. Per me il 9 è stato sempre un numero importante, era la maglia di mio padre Luis. Così decisi di prendere la 18, mettendoci un + in mezzo, per ricordare a tutti che ero sempre un 9. Alla fine questa scelta mi ha dato più popolarità di quella che avrei avuto tenendo il mio numero”.