Beniamino “Gegè” Di Giacomo, una cessione che ancora “brucia”

Quelli della mia generazione ricorderanno sicuramente che gli anni Sessanta erano quelli della Grande Inter.

Moratti (padre) ed Helenio Herrera (l’allenatore) ne avevano fatto lo spauracchio di tutte le squadre in giro per i cinque Continenti. Erano certamente altri tempi, ma anche quella dirigenza commise qualche leggerezza nel consegnare nelle mani della concorrenza, italiana o straniera che fosse, giocatori che in seguito avrebbero lasciato il segno. La lista è lunghissima a cominciare proprio dagli anni Sessanta con un nome che i nerazzurri doc ricorderanno sicuramente. Stiamo parlando di Beniamino Di Giacomo. Arrivato dal Torino nel 1962, nell’ambito dello scambio con Hitchens, Di Giacomo dopo solo due anni in nerazzurro viene ceduto al Mantova, non prima di aver vinto scudetto e Coppa Campioni. Tre stagioni dopo arriva la tremenda vendetta: 1 giugno 1967. Appena una settimana prima (il 25 maggio) l’Inter era stata battuta per 2 a 1 dal Celtic Glasgow nella finale di Coppa dei Campioni (dove si inaugura la nuova coppa dalle grandi orecchie), giocata a Lisbona. La Lega Calcio sposta così a giovedì l’ultima giornata del campionato 1966/67. L’Inter guida la classifica con 48 punti, la Juve segue a 47. La squadra di Helenio Herrera deve affrontare un’apparente tranquilla trasferta a Mantova, mentre i bianconeri se la devono vedere in casa contro la Lazio, costretta a vincere per evitare la retrocessione in B.

Di Giacomo, e quel “No” di Monza

Per incentivare l’impegno, ai giocatori del Mantova la dirigenza offre un premio partita in caso di vittoria. Accettano tutti tranne uno: l’ex di turno, Beniamino Di Giacomo, detto “Gegè”. I nerazzurri entrano in campo con questa formazione: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Domenghini, Mazzola, Cappellini, Suarez e Corso. Ad inizio ripresa, dopo che il primo tempo si era concluso a reti inviolate, Bedin perde palla a metà campo a vantaggio di Di Giacomo che s’invola con il solo libero dell’Inter, Armando Picchi, a fargli da scudo. Ma “Gegè”, invece di puntare la porta, va verso la bandierina del calcio d’angolo ed effettua un innocuo cross che Giuliano Sarti, senza alcun avversario attorno, si fa incredibilmente passare sulla testa nel tentativo di bloccare la palla che s’infila in rete. Intanto, con Bercellino, la Juventus passa in vantaggio sulla Lazio per poi raddoppiare con Zigoni che mette al sicuro il risultato. Al 90′, il triplice fischio dei direttori di gara delle due importanti sfide consegna ai bianconeri il 13° scudetto.

Due stagioni dopo Giuliano Sarti passa alla Juventus dove rimane due anni per poi sparire dal giro del calcio che conta. Volendo fare un escursus su altre cessioni celebri, non possiamo non ricordare, nell’ordine, Cerilli, Malatrasi, Massei, Vinicio, Blason, Prohaska, Keane, Guarneri, Picchi, Ince, Domenghini, Frustalupi, Cannavaro, Matthaus, Bergkamp, Boninsegna, Seedorf, Roberto Carlos e Pirlo anche se quella di Beniamino “Gegè” Di Giacomo rimane la cessione che noi “vecchi” interisti, anche a distanza di anni, ricordiamo sempre con rammarico proprio per aver consegnato nelle mani dell’acerrima nemica Juve uno scudetto già vinto.

Michelangelo Milazzo