Pinamonti: “Il mio idolo Ibrahimovic, ringrazio Mancini”

La sorpresa più lieta di questo ritiro dell’Inter è sicuramente il Primavera, Andrea Pinamonti, che, aggregato alla prima squadra, ha saputo ambientarsi subito, come ha spiegato ai microfoni di Inter Channel:

Su Cles:
“Cles è il mio paese, in Trentino. Ho iniziato a giocare qui verso i 5 anni, nella squadra del mio paese, e ci sono rimasto fino a 9 anni. Poi Verona, al Chievo, per 5 stagioni: per arrivarci facevo un’ora e mezzo di pullman dopo scuola, l’ho fatto per 5 anni, prima di passare all’Inter all’età di 14 anni. A Milano l’Inter mi ha portato in convitto, ora è il quarto anno che sono in città”.

Sulla scuola ed il tennis:
“Compiti? La scuola me l’hanno sempre imposta i miei genitori e io sono sempre stato favorevole. Ho fatto le medie a casa, tornavo a casa la sera, mangiavo e dovevo fare i compiti. In convitto ho più tempo per dedicarmi allo studio invece. A scuola vado abbastanza bene, ho finito la terza ragioneria quest’anno, non ho mai avuto debiti o problemi. Ho giocato anche a tennis da piccolo, prima di fare una scelta. Mi dicevano che avrei potuto avere un futuro, ma ho scelto il calcio e finora mi ha portato bene. Tennista preferito? Nadal”.

La famiglia:
“Papà? E’ contentissimo per quello che sto facendo, devo ringraziare tutti loro, mamma e papà su tutti. Mi portavamo sempre loro le domeniche alle partite, lì non c’era il pullmino. Lo hanno sempre fatto con piacere, a Milano vengono a vedere le partite tutte le volte. Papà mi dice sempre di tenere i piedi a terra, anche perchè finora non è successo nulla. Sono frasi che si dicono sempre, ma finora non ci sono proprio motivi per volare alto”.

Sui consigli che gli vengono dati:
“Partitelle? A volte le prendo e continuo a prenderle, ma non mi aspettavo un aiuto così da grandi campioni. Gli attaccanti mi danno tanti consigli, non me l’aspettavo. Mi trovo bene con loro, anche se sono il più piccolo. Rodrigo devo ringraziarlo per tutto quello che mi dice, siamo spesso in coppia assieme, ma anche Mauro e Jovetic lo fanno spesso”.

Tipo di attaccante:
“Che attaccante sono? A me piace molto aiutare la squadra, non mi piace invece fare la boa classica. Sto imparando ad aiutare in area, prima mi dicevano che aiutavo troppo fuori area per esser un attaccante. Mi piace aiutare e attaccare la profondità e pian piano imparerò i trucchetti dai grandi”.

Differenze con i grandi:
“Nei primi giorni di ritiro ho fatto una fatica assurda, ritmi decisamente più alti, così come il possesso palla: sono dieci volte superiori. Piano piano poi si prende il ritmo anche su quelli, ora sto facendo meno fatica. Pure i carichi sono decisamente più alti”.

Sulla Primavera:
“In primavera entravo e segnavo? E’ successo nella parte finale del campionato. C’erano ragazzi più grandi in rosa ed è giusto che giocassero loro. Mister Vecchi comunque mi ha dato spazio e lo ringrazio. Sono riuscito a ripagare la sua fiducia”.

L’aiuto di Mancini:
“Non me l’aspettavo questa chiamata, devo ringraziarlo, anche se sono il più piccolo non mi esclude, ma mi dà tanti consigli. Sto imparando tante cose di cui non ero a conoscenza. Si vede che il mister è stato un grande campione e che ha una carriera alle spalle, dà consigli che nel settore giovanile non ho avuto modo di conoscere”.

Sul futuro:
“Sinceramente non ne ho idea, spero di giocare perché a quest’età conta mettere minuti nelle gambe. Sarà l’Inter a decidere, a me va bene tutto, non ci penso”.

Idoli:
“Da bambino Ibrahimovic, in questi ultimi anni sto conoscendo Icardi e movimenti che solo lui sa fare. A vederlo qui da vicino si capisce tutto, è di un’altra categoria, mi sto ispirando a lui. Basta vedere i suoi numeri, non sono numeri a caso, fa gol sempre anche in allenamento”.

La pressione:
“Non soffro la pressione? Vero, questo mi ha sempre dato una mano nei miei anni di calcio, non ho mai sofferto prima delle partite e pure per gli esami a scuola, in questo caso non ce n’è bisogno (ride). Mi ha sempre dato una mano questo, sono sempre tranquillo prima delle partite, non credo ce ne sia bisogno per una cosa che ti piace fare”.

Sulle ragazze:
“Sono fidanzato da quasi un anno, per adesso ho la mia ragazza, è di Milano”.

La scelta del numero 99:
“Sono del ’99, Luigi Crippa mi ha dato una mano nella scelta di questo numero, è il mio anno di nascita. Il 9 è il numero che mi piace, doppio 9 è il mio anno di nascita, perfetto”.

Hobby:
“In questi ultimi due anni ho avuto tantissimi impegni col calcio, libero solo un pomeriggio a settimana per la ragazza o gli amici. Non ho hobby particolari, a parte uscire con gli amici e la ragazza, magari in Duomo. In giro non mi riconoscono ancora. Cambierà la mia vita? Non vedo l’ora, vorrebbe dire realizzare il mio sogno, non sarà un problema fare qualche foto in più. Se ho sognato il rigore sbagliato contro il CSKA Sofia? Si…”.