Bergomi: “Mancini l’allenatore giusto, Suning può riportare in alto i nerazzurri”

L’ex capitano dell’Inter, Beppe Bergomi, ha parlato della situazione in casa Inter, soffermandosi sul paragone con il Bayern Monaco, club tedesco affrontato in nottata in amichevole, intervistato ai microfoni del portale tedesco TZ:

Sei anni fa la finale di Champions League tra Inter e Bayern Monaco:
“Questo dimostra quanto possono cambiare le cose in sei anni. Ma calcio non è limitato al titolo, ma bisogna essere protagonista costante. E sempre. Il Bayern ha saputo reinventarsi e continuare in questo modo il loro progetto. L’Inter, invece avuto qualche difficoltà e non è al livello del Bayern oggi, soprattutto a causa del cambio di proprietà”.

Cosa è successo dopo il 2010:
“Nella vita bisogna capire quando è giunto il momento di cambiare qualcosa. L’Inter era allora la Juve di oggi. Avrebbero potuto ancora fare molto, ma non si sono resi conto che la squadra doveva essere rinnovata. Più tardi sono arrivati anche i problemi economici ad oggi tutto è nuovo, ma su una base solida”.

Sul Suning Group e la possibilità di riportare in alto l’Inter:
“Hanno una base economica significativa e hanno la voglia necessaria per spingere nuovamente il progetto Inter. Le prime impressioni sono molto positive, anche se devono confrontarsi con il FPF”.

Mancini allenatore giusto:
“Difficile da dire, ma penso di sì. Lui è un allenatore importante, è sicuro. Quando arrivano nuove persone al lavoro, preferiscono cambiare. Ora, però, Roberto ha la necessità di essere sostenuto fino alla fine”.

Su Ancelotti al Bayern Monaco:
“Carlo è l’allenatore ideale, perché le sue squadre vincono con il sorriso. Molti allenatori di successo sono in disparte e danno l’impressione che devono combattere contro il resto del mondo. Un Mourinho per esempio, anche Capello è così. Con Carlo, invece, i successi sono ottenuti con un sorriso. Sempre. Un uomo meraviglioso. Lo apprezzo molto e sono sicuro che farà un grande lavoro al Bayern”.

Confronto con Guardiola:
“Ogni volta che si prende una squadra di Guardiola, c’è sempre lo stesso problema: lui prende sempre il giocatore ideale per il suo sistema, ma poco per un altro allenatore. Carletto richiede diversi tipi di giocatori e personaggi, ma uno dei suoi grandi punti di forza è che reinventa il giocatore in un’altra posizione. Così è stato con Pirlo e Di Maria, per esempio. Non mi sorprenderebbe se lo fa a Monaco di Baviera”.

Quando la prossima finale di Champions tra Inter e Bayern:
“Bella domanda! La Champions League è speciale, perché non sempre vincono le migliori squadre alla fine. In ultima analisi, dipende dall’Inter, ma spero e credo che ci saranno lì l’anno prossimo. Se andrà poi in finale, bisogna vedere…”