Reja ed il rapporto con Candreva
L’ex tecnico di Napoli, Lazio ed Atalanta, Edy Reja, ha parlato del trasferimento di Antonio Candreva dalla Lazio all’ Inter, parlando del suo ruolo e di come è arrivato a giocare li e, soprattutto, di come l’ ha convinto. Queste le sue parole a Gianlucadimarzio.com: “Spesso mi cita in qualche intervista, mi deve moltissimo. Mi piace giocare coi 3 davanti, cerco spesso esterni così. E come Antonio ce ne sono pochi. Inizialmente non voleva giocare a destra, poi ha capito che poteva essere il suo ruolo. E’ successa la stessa cosa con Maxi Moralez all’Atalanta, l’ho fatto giocare un po’ più a destra piuttosto che dietro le punte. Sono stati entrambi determinanti…”.
Il rapporto difficile con la tifoseria laziale
Il tecnico ha parlato anche del rapporto difficile con la tifoseria biancoceleste, dovuto ad alcune dichiarazioni pro Roma: “E’ stato molto bravo, molto forte psicologicamente. Non ha mai rilasciato dichiarazioni, interviste compromettenti. Col tempo ha iniziato a far bene. Lavorava, si impegnava. E i tifosi si sono affezionati, è stato anche capitano. Già dalla prima settimana di allenamento si vedeva che avrebbe reagito bene, in partitella era il primo a metterci grinta, voglia. Segnava e dribblava. Calciava divinamente. Poi è arrivato il gol al Napoli…”.
Che giocatore è:
“Giocatore completo, davvero. Salta l’uomo, crea superiorità, ha piede, fa tutta la fascia avanti e indietro. E’ migliorato anche nella fase difensiva. Tecnica, velocità, progressione, resistenza. Un giocatore vero, l’Inter ha fatto un grande affare. Dimostrerà tutta la sua forza”. Punti deboli? “Forse di testa. Per il resto è un talento puro. Giocava sulla sinistra, voleva rientrare e calciare in porta. Gli ho fatto capire che sarebbe stato meglio partire da destra, arrivare sul fondo e crossare. E’ l’ultima ala che ci è rimasta, poi da quella parte ce ne sono davvero pochi. Ne abbiamo tanti a sinistra, tipo Giaccherini. O lo stesso Keita Balde. Idem Gomez, che a destra rende un po’ meno. Giocatori bravi nel breve. Poi Antonio ha un piede straordinario, mi è sempre piaciuto. Già ai tempi dell’Udinese”.
L’ insicurezza ed il ruolo:
“E’ diventato un giocatore completo. Prima aveva qualche insicurezza. Un po’ per l’ambiente, un po’ per il ruolo. Non era convinto di quella posizione, ci ho parlato spesso e ho avuto la meglio. Gli dicevo che doveva fare l’esterno destro, in attacco c’era Klose, doveva essere servito in modo giusto. Col passare del tempo si è esaltato, diventando il giocatore che tutti conosciamo”.
Il suo acquisto:
“Era il gennaio del 2012, ci serviva un rinforzo. Lui a Cesena non giocava, l’abbiamo preso negli ultimi due minuti di mercato. Mi ricordo le chiamate di Lotito, mi diceva “Allora? Lo vuoi Candreva? E’ un mese che ti dico di chiudere, cerca di prenderlo!”. E alla fine è andata come è andata”.
Rapporti personali:
“Siamo in ottimi rapporti, l’ho sentito a fine campionato, mi diceva che aveva la possibilità di andar via. Su di lui c’era anche il Napoli, ci confrontammo anche su questa possibilità”.
Aneddoto:
“Non si risparmiava mai. Mi ricordo una trasferta a Novara, campo sintetico, molto difficile. Ogni 10′ si girava verso la panchina per dirmi che non ce la faceva più. Era al 50% ma lo facevo giocare sempre”.