Lezioni di stile
Stile Inter: l’elegante saluto dei protagonisti
Subito una premessa. Nella giornata di ieri ore di inevitabile e anche duro confronto fra avvocati è andato in scena nel mondo Inter. Da una parte la società, ormai convinta a mollare Mancini in favore di Frank De Boer. Dall’altra il tecnico jesino, e la sua voglia di proseguire già ai minimi storici e nella giornata di ieri definitivamente andata a farsi benedire alla luce dei viaggi di Ausilio in direzione del suo successore. La storia, quella dietro i comunicati e gli scambi di convenevoli, è questa. Trasparente, amara nei tempi, ma questa. Si poteva fare meglio, si doveva anzi fare meglio, un po’ in tutto, tranne che in una cosa. E in questo diamo traccia di un primo clima da salvare, che possa essere germoglio di speranza per il futuro. L’Inter e Mancini non hanno fatto a pugni in pubblico, anzi, hanno raggiunto una separazione consensuale, esplicata in pubblico con la massima signorilità possibile. Prima il comunicato del club che ha ricordato quanto di buono (e non di negativo, dunque, come in tanti semplicisticamente si sono affrettati a ricordare) ha fatto Roberto Mancini nei suoi ultimi venti mesi all’Inter. Poi le parole dello stesso interessato che ha salutato la famiglia nerazzurra, confermando di aver avuto un ruolo del tutto paritario nella scelta.
L’esempio negativo
Così si fa. Si è salvata almeno la forma, e anche un po’ la faccia. Altrove (ogni riferimento al caso Juve-Conte, e relativi strascichi sull’asse Torino-nazionale, è puramente casuale) si è abituati ad abbandonare i vecchi eroi che non servono più. All’Inter no. All’Inter esiste il rispetto per i professionisti, per il lavoro, per l’asticella d’ambizione che, bene o male, proprio Mancini ha contribuito ad alzare. Non che piacesse più a molti, ma proprio quei molti, la parte in più chiara rottura con Mancini, l’area della società più vicina a Thohir e Bolingbroke, ha pensato giustamente di dar merito, in pubblico, al lavoro compiuto dall’allenatore sollevato dall’incarico. Questione di stile, di buone maniere. Un gesto, fatto di parole genuine. Ricambiate, puntualmente, da un tecnico orgoglioso nel profilo, ma impeccabile questa volta nell’uscita di scena. L’Inter paradossalmente ha gestito bene le ore più difficili, molto peggio quelle che hanno accompagnato, più o meno silentemente nelle scorse settimane, la rottura. Imparerà questa società, speriamo, dagli errori. Si apre una nuova fase, un nuovo bagaglio di speranze. Mancini è andato via più dolcemente del previsto, si custodisca lo stile di queste ore. Merce rara in un’epoca di feroci e inalienabili veleni.