Un 3-5-2 figlio di Roberto Mancini
L’editoriale di Giuseppe Falcucci
L’ombra di Roberto Mancini non abbandona l’Inter e la brutta sconfitta del Bentegodi di ieri sera ne è la dimostrazione. De Boer ha fatto quello che ha potuto con un modulo a lui sconosciuto: un 3-5-2 di mazzariana memoria ma figlio di una condizione atletica a dir poco imbarazzante. Giocatori lenti, confusi come in una amichevole di metà luglio.
Preparazione questa sconosciuta. Mancini, con il suo atteggiamento fanciullesco, ha anteposto le sue esigenze a quelle della squadra fregandosene altamente della condizione pscicofisica dei suoi ragazzi e questo ne è il risultato. Naturalmente le vedove di Jesi già aprono dibattiti sull’inconsistenza del nuovo allenatore dell’Inter che ha pensato bene di mettere in campo una squadra guardinga sperando di strappare un pareggio. De Boer non è certo uno stupido, sa benissimo che il 3-5-2 è un modulo assolutamente folle ma quando hai giocatori spompati già all’uscita dell’albergo non puoi fare miracoli. Handanovic e D’Ambrosio a fine gara hanno manifestato questo malessere così come Ansaldi, durante la sua presentazione, ha parlato del cambiamento della guida tecnica come necessario e salutare.
La società ha gestito malissimo questa situazione ritardando al massimo una decisione che andava presa molto prima. Queste sono le conseguenze, che De Boer già immaginava perché non è assolutamente uno stupido. Peccato che sia uno dei pochi, ma alle vedove mediatiche e non questo non interessa.