Biasin: “La certezza in casa Inter è una sola e non è positiva”
Biasin analizza la sconfitta contro il Chievo
Il giornalista di Libero, Fabrizio Biasin, ha analizzato la sconfitta dell’ Inter contro il Chievo Verona, individuando la certezza che c’è in casa Inter, e cioè tanta confusione. Queste le sue parole nell’ editoriale su Tuttomercatoweb:
“Siamo ripartiti con il campionato, con l’Inter che frana a Verona giocando in maniera pessima. La buona notizia è che solo impegnandosi si può fare peggio. Fine delle buone notizie. Il resto è un mix di delusioni nerazzurre generate dalle attese per vedere cosa avrebbe combinato De Boer, di tifosi che si mandano a quel paese, di giocatori accantonati (Jovetic in uscita), di terzini appena arrivati e già bocciati (Erkin), di rivali che se la ridono, di difensori di Mancini che dicono “allora non era colpa di Mancini!” contro detrattori di Mancini che dicono “è colpa di come ci ha preparati Mancini!”. Ognuno la vede e la vedrà sempre a modo suo. La certezza è che si è partiti con tanta e auto-indotta confusione”.
Le incertezze di casa Inter
Il giornalista ha poi spiegato tutte le contraddizioni venute a galla in casa nerazzurra: “Quella della società che per bocca del suo presidente dice “ne prendiamo due” ma viene poi smentito dal vicepresidente (“dobbiamo stare attenti al fair play finanziario”); quella del tecnico olandese che da subito ha strizzato l’occhio al “calcio fantasia”, al 4-3-3, al coraggio da leoni, che si è appellato alla cazzimma ma poi si è presentato alla prima di campionato con uno strampalato 3-4-1-2 (roba che neanche Mazzarri in periodo di monsoni), con Ranocchia al centro della difesa e Perisic sul balcone di Giulietta; quella dei giocatori, desolatamente ripetitivi nel mettere in mostra i loro limiti e difetti. E allora Handanovic dopo le lagne sulla “voglia di giocare in Champions” scende in campo col solito musone; Nagatomo pensi “sarà cambiato” e invece è sempre quella roba lì; Ranocchia pensi “sarà cambiato” e sì, lo è, ma se possibile in peggio; e via via tutti gli altri fino a Maurito, campione olimpico di “salto d’ingaggio” e in clamoroso spread negativo rispetto a quello che è riuscito a far vedere al Bentegodi.
Per carità, non è successo (quasi) niente e siamo solo alla prima, ma la sensazione è che si possa e debba essere severi proprio perché ci troviamo di fronte non a un gruppo di pippe irrecuperabili, semmai di giocatori che hanno più o meno irresponsabilmente buttato via due mesi: chi a cercare di far crescere il proprio conto in banca, chi a vivacchiare in attesa che la società provvedesse (con estrema e colpevole calma) a silurare il vecchio e distaccato tecnico per puntare su quello nuovo. “Amala” è lo slogan dei tifosi, “rispettala” deve forzatamente diventare quello dei tesserati”.