Milito parla del suo rapporto con il calcio
L’ ex attaccante dell’ Inter, Diego Alberto Milito, uno dei principali artefici del Triplete nerazzurro, ha parlato del suo rapporto con il calcio e del suo addio dinnanzi ad una platea di studenti argentini:
“Non ho molto tempo libero, ho tre figli e ci sono sempre cose da fare; ora cerco di godermi tutti i giorni. Parlare di calcio è inevitabile perché è qualcosa che ho fatto per tutta la vita. Ho sempre detto che volevo lasciare il calcio prima che fosse lui a lasciare me. Sono in pace con me stesso e soddisfatto di quello che ho fatto nella mia carriera”.
I trofei con Inter e Racing:
“Non sarebbe giusto confrontare i titoli vinti. Il campionato con il Racing ha un sapore speciale. Quello che ho vissuto all’Inter è sorprendente anche perché era uno dei miei sogni giocare la Champions League”.
Futuro da allenatore:
“Da tutti gli allenatori che ho avuto ho imparato qualcosa: spero un giorno di poterlo applicare anche io da allenatore. Ho avuto l’opportunità di vivere in un mondo con Maradona in panchina e Messi compagno, i due migliori giocatori della storia del calcio. Giocare una Coppa del Mondo è uno dei grandi sogni che avevo da ragazzo, far parte di quella lista di 23 i giocatori che hanno giocato una Coppa del mondo è un privilegio. Il mio futuro sarà sempre legato al club, direttamente o indirettamente, ma adesso ho bisogno di riposare”.
Ultima fase da calciatore:
“Ho cercato di godere delle cose che per fortuna sono andate bene ed erano meglio di quanto ci si sarebbe aspettati”.
Il ritorno al Racing nel 2014:
“Il mio sogno è sempre stato quello di tornare e la mia famiglia mi ha sostenuto molto. E ‘stato uno dei sogni di sempre, finire la mia carriera con la maglia che volevo. Sono venuto con la speranza che le cose andassero bene. Non potevo perdere molto tempo per via dell’età”.
Sulla strada a lui dedicata:
“Quando sono andato all’ inaugurazione ho detto ai miei figli che arrivati al campo si sarebbe visto il nome in una delle vie parallele al Cilindro. I tifosi del Racing mi hanno dato molto di più di quanto io potessi dare loro in un campo”.