Biasin analizza la vittoria dell’ Inter a Pescara
Il giornalista di Libero, Fabrizio Biasin, ha parlato della vittoria dell’ Inter sul campo del Pescara, ottenuta negli ultimi minuti grazie ad una doppietta del capitano, Mauro Icardi. Queste le sue parole nell’ editoriale per Tmw:
“L’Inter torna da Pescara con tre punti insperati, ancora tanti interrogativi da sciogliere e una certezza: se Icardi non avesse fatto quello che ha fatto, oggi parleremmo di “De Boer tecnico da avanspettacolo che fa entrare tre giocatori tutti assieme come solo all’oratorio”. E invece, come per magia, la doppietta dell’argentino regala una settimana di respiro a un allenatore fino a qui esageratamente criticato. All’Adriatico l’Inter ha prodotto molto, ma anche rischiato troppo. La forma fisica è quella che è, soprattutto se si pensa che il secondo giocatore ad aver percorso più chilometri è Joao Mario (10,996), ovvero l’ultimo arrivato. Resta l’impressione di un gruppo che, terzini a parte, ha realmente fatto un notevole passo in avanti quanto a “qualità tecnica” e “forza d’urto”. Merito di chi è arrivato, merito di chi è rimasto. Icardi, per dire”.
Polemiche inutili su Icardi
Il giornalista si è anche soffermato sulle polemiche innalzate da alcuni tifosi dell’ Inter nei confronti del centravanti argentino:
“Fa sorridere la polemica di quelli che nonostante tutto avanzano ancora dubbi sul giocatore argentino: “E’ bravo in area ma non partecipa all’azione, sa fare solo gol”. E cosa deve fare, canestro? Touchdown? Scala40? Suvvia…
Nella già citata classifica dei km percorsi l’argentino figura al quarto posto con 10,031, il ché non significa che sia “maestro di partecipazione al giuoco”, ma neppure “fannullone avvezzo solo al soldo e al fiki-fiki con la moglie”.
Mauro Icardi ha 23 anni, numeri impressionanti, possibilità di migliorare ulteriormente e un’imperdonabile inclinazione al “tamarrismo“. Direi che c’è di peggio nella vita. L’estate scorsa si è comportato male? Ha pensato troppo al grano? Sì, lo ha fatto, ma questa nel mondo del pallone è una malattia parecchio diffusa, anche tra le insospettabili bandiere del presente e del passato.
Quelli che in nome di una moralità utopistica ancora sostengono “comunque andava venduto” devono pensare che in sua assenza oggi farebbero i conti con una squadra forse “più morale” (perché certamente al posto dell’argentino avrebbe giocato un “missionario”, un “asceta”, un “filantropo”…) ma probabilmente a zero punti.
Icardi è un bravo ragazzo e un eccellente attaccante, abbastanza per meritarsi quella fascia da capitano così importante. Ma sono opinioni, per carità. Chi non lo sopporta continuerà a recitare la filastrocca: “Sa fare solo gol”. Come se nel calcio ci fossero cose più importanti”.