Josè Mourinho parla di Champions e della vittoria con l’ Inter
Il tecnico del Manchester Utd, Josè Mourinho, ha parlato della Champions League e della vittoria ottenuta sulla panchina dell’ Inter. Queste le sue parole in una lunga intervista rilasciata al Daily Mail:
La vittoria con l’ Inter:
“La vittoria con l’Inter, la finale vinta con l’Inter. Perché il Porto era una squadra che se non avesse vinto in quell’anno, io e molti altri saremmo rimasti e probabilmente l’avremmo vinta. Eravamo davvero una gran squadra e anche giovane. L’Inter era una squadra più vecchia con giocatori che volevano vincerla per la loro carriera e per la frustrazione accumulata e quella finale era l’ultima loro possibilità. Materazzi, Toldo, Zanetti, Cordoba, Cambiasso, era una squadra vecchia e per loro era o adesso o niente. Ho vissuto con loro quel pazzo viaggio, e anche per il presidente che ci aveva provato per anni e anni, ma mai ci era riuscito, per i tifosi, era un desiderio che tutti cullavano. Non per me che l’avevo già vinta, ma per tutti loro era così. L’ultima chance per riuscire a vincerla. Era la fine di una generazione; il club ci ha provato e riprovato fino a quando ce l’ha fatta perché era un sogno per tutti, per il presidente e per i giocatori che sentivano che era l’ultima possibilità”.
Sorprese in Champions League:
“Non credo che sia una competizione che possa vincere qualcuno a sorpresa. Quante sorprese negli ultimi 10 anni? Forse l’Inter è stata l’ultima sorpresa. Ora c’è un gruppo di club potenti ed è difficile che si inseriscano delle outsider. Sarebbe per me una sorpresa se ci fosse una sorpresa. Club inglesi? E’ difficile, perché la Premier crea una situazione complicata. Negli altri paesi guardano con grande attenzione alla Champions, in Inghilterra la Premier viene prima di tutto. E le istituzioni che regolano la Premier lo fanno capire chiaramente. Ad esempio durante le semifinali può essere che giochi due giorni prima un match cruciale di Premier e qua i giocatori non si tirano indietro, giocano sempre con la stessa intensità. In Portogallo, Italia e Spagna puoi far riposare i giocatori, col Porto ne feci riposare undici. Qua non lo puoi fare e le istituzioni non ti danno quella protezione che servirebbe ed è più difficile per le squadre inglesi”.
I dettagli sono decisivi:
“La motivazione fa miracoli. Se sei felice perché vinci e partite non senti la fatica durante la stagione. Ci sono molti modi di vincere la Champions. L’ho vinta col Porto e non col Real Madrid. I dettagli fanno la differenza, ho perso due semifinali ai rigori. Sono uscito per il momento sfortunato di alcuni giocatori dal dischetto, col Porto sono passato grazie a un gol allo scadere all’Old Trafford. Con l’Inter eravamo fuori ai gironi, a Kiev abbiamo segnato al minuto 93 e se non avessimo segnato saremmo stati eliminati. E’ la competizione dei dettagli. Non c’è modo di vincere la Champions senza una buona squadra. E’ una competizione che tutti vogliono vincere ma non tutti ci riescono”.
Sull’ Europa League:
“E’ una competizione complicata. Giochi il giovedì sera, spesso soprattutto nei gironi hai trasferte molto lontane, e poi due giorni dopo magari giochi un match cruciale in Premier. Il livello delle squadre è diverso, in Premier League le squadre”.