Sconcerti analizza il momento dell’ Inter
Il noto giornalista, Mario Sconcerti, ha analizzato il momento in casa Inter, soffermandosi sul tecnico olandese, Frank De Boer, reo di avere solo una colpa, anche se non da poco. Queste le sue parole su Il Corriere della Sera:
La colpa di De Boer:
“Meno normale è non avere un’idea di gioco e non avere nemmeno troppa voglia di correre. L’Inter ha buoni giocatori che sembrano viaggiare con un peso sulle spalle. Questo capita quando manca un concetto di squadra, quando nessuno sa bene cosa fare. Quanto ha colpa De Boer? Io credo abbia idee buone che non riesce a trasmettere. Una colpa non da poco”.
Mancanza di velocità:
“De Boer ha sempre avuto squadre veloci, l’Inter non sa esserlo, è piena di giocatori che cercano l’uomo più dello spazio, si fermano per andare in dribbling come Candreva e Perisic, oppure girano al largo come Medel, Melo, Brozovic, Kondogbia e anche un po’ Banega. Non è un caso che il più redditizio sia Icardi, l’unico che non dipende da nessuno, aspetta in area e lì investe un patrimonio soltanto suo”.
Cosa manca all’ Inter e a De Boer:
“C’è anche l’impressione che la squadra non aiuti De Boer. Non si vede grande volontà, non si vede nemmeno disperazione. Forse la squadra non capisce, si parlano con un traduttore, forse non
hanno voglia di capirlo. Un buon giocatore, se non ha idee chiare, almeno corre. Undici giocatori veri, se capiscono che l’allenatore sbaglia, cercano una loro anarchia organizzata, non accettano brutte figure continue. Mi sembra manchi nell’ Inter quell’ intelligenza che fa evitare l’abbandono. Giocare bene una partita non è un’impresa, ci riescono in tanti. Questo manca a De Boer, non è un capo. E questo manca di sicuro all’ Inter: giocano ognuno per sé, senza un indirizzo. L’Inter ha ottimi giocatori, è la terzo-quarta squadra del campionato, non si può sempre ricominciare tutto, pensare di risolvere rimandando sempre a un nuovo acquisto. L’Inter ha molta qualità da recuperare, ma ce l’ha. In sostanza, De Boer sta sbagliando da un mese, l’Inter da molto di più. La malattia è lì, nel carattere pallido dei singoli. Dopodiché, se il male resta, bisogna cambiare medico. Ma non è una cura, è un’altra scommessa”.