Home » Icardi: “Branca, atteggiamento da sbruffone! Voleva…”

Icardi: “Branca, atteggiamento da sbruffone! Voleva…”

Nuovi retroscena dalla biografia di Icardi

Non solo la querelle con la Curva Nord. Dalla biografia del capitano dell’ Inter, Mauro Icardi, arrivano parole pesanti anche nei confronti dell’ ex ds nerazzurro, Marco Branca, che stando a quanto riportato voleva la sua cessione:

“A gennaio 2014, con l’apertura del calciomercato, si ripresenta il problema della cessione. Il direttore sportivo Branca mi voleva mandare via dall’Inter perché secondo lui non ero più utile alla squadra. In parte poteva aver ragione: stavo giocando poco, ma non per colpa mia. Tra me e la dirigenza si era creato uno stato di tensione insostenibile. Non mi sentivo accettato e tenuto in considerazione come il primo mese, ma allo stesso tempo non volevo di certo abbandonare l’idea di rimanere all’Inter”.

Convocato da Branca:
“Un giorno al termine di un allenamento Branca mi ha convocato dicendo solo: “Mauro vieni che dobbiamo parlare”. Con lui c’era pure Piero Ausilio. Ho notato in Branca un atteggiamento da sbruffone, ma l’ho lasciato fare”.
Questo ciò che comunica Branca a Mauro : “Guarda, ho pensato che è meglio se finisci la riabilitazione alla Sampdoria, qua non ci servi perché dobbiamo prendere un altro giocatore al tuo posto, quindi la società ha deciso di mandarti a Genova per farti fare tutto il recupero che ti serve. Sappiamo come lavorano e quello è il posto giusto per te in questo momento”.

La risposta del centravanti argentino:
“La mia risposta è stata molto breve ma determinata: “No, io rimango e alla Sampdoria non ci torno. Sono un calciatore dell’Inter e voglio giocarmi il posto qua.”Branca, che non si aspettava di certo  un’opposizione così netta, ha iniziato a inveirmi contro, rimarcando il suo ruolo di dirigente e di direttore sportivo, dicendo che le decisioni spettavano a lui e non a me. Ma io non mi sono fatto intimorire e della sua posizione non me ne importava nulla: volevo solo restare all’ Inter e conquistare un posto nella rosa dei titolari. “Va bene, mandami via. Prima però devi rescindere il mio contratto, poi vediamo” gli ho detto.” E dopo questa sparata me ne sono andato senza nemmeno salutarlo. Sono salito in macchina e per farlo innervosire ancora di più ho iniziato a sgasare e far fischiare le gomme sull’ asfalto”.

Niente campo:
“Fino alla chiusura del calciomercato non mi ha fatto quasi mai giocare, era il suo modo per farmela pagare. Ma io non ho fatto una piega perché sapevo che sarebbe arrivato il mio momento. (arrivato poi il 16 febbraio con il gol alla Fiorentina)”.