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De Boer, prima dell’ addio l’ ultimo commovente discorso alla squadra: “Bisogna che…”

La comunicazione a De Boer

Ieri Frank De Boer si è recato alla Pinetina per il suo ultimo allenamento all’ Inter prima che ci fosse l’ ufficializzazione dell’ esonero. L’ allenatore olandese era ignaro del suo destino nella mattinata, come sottolineato da Il Corriere dello Sport:

“Era l’unico a non sapere che il suo destino era segnato. Ed essendo ignaro di quello che sarebbe successo, ieri mattina si è presentato alla Pinetina come al solito alle 8,30, con due ore e mezzo d’anticipo rispetto all’inizio dell’allenamento. E’ andato nel suo spogliatoio, si è cambiato e ha iniziato a prepararsi per la riunione tecnica fissata alle 10,30 nella quale avrebbe parlato della gara di domani contro il Southampton. Frank De Boer è stato fermato intorno alle 10,15 dal ds Ausilio e dal cfa Gardini che gli hanno comunicato la notizia che tutti alla Pinetina sapevano grazie ai giornali e a Internet: la sua esperienza all’Inter era finita. «I risultati sono negativi e il Suning ha deciso di cambiare» il senso del discorso”.

Il discorso alla squadra

Il quotidiano ha poi sottolineato come il tecnico olandese, senza fare una piega abbia tenuto un discorso alla squadra:

“De Boer non ha fatto una piega: è tornato nello spogliatoio, si è rimesso i vestiti con i quali era arrivato ad Appiano e ha parlato alla squadra. Non per spiegare loro come gioca il Southampton, ma per salutarla. Con lui c’erano tutti i membri del suo staff, alcuni con gli occhi lucidi. «Vi ringrazio per quello che avete fatto  e per l’impegno che ci avete messo. Io da questa esperienza esco a testa alta, sicuro di aver dato il massimo. Vi auguro il meglio, ma anche con un altro allenatore al mio posto, se non lavorerete tutti insieme non cambierà niente». L’olandese e i suoi uomini, prima di andarsene, hanno poi salutato alcuni calciatori che hanno incrociato. Naturalmente si trattava di quelli con cui hanno più legato. Gli altri, quelli che venivano esclusi anche in base ai dati raccolti grazie alla tecnologia usata durante gli allenamenti, lo hanno sostanzialmente ignorato”.