Amadeus parla della sua fede nerazzurra
Il noto conduttore tifosissimo dell’ Inter, Amadeus, ha parlato delle vicende di casa nerazzurra, partendo dallo spiegare come è nato il suo tifo, intervistato ai microfoni di Tuttosport. Queste le sue parole:
Come è nata la fede nerazzurra:
“La ‘colpa’ è di mia zia Enza: era la sorella di mia mamma che era una tifosa nerazzurra sfegata. All’epoca abitavamo a Verona e ogni volta che l’Inter veniva a giocare in città, lei mi portava allo stadio. Avevo 8-9 anni e mi innamorai dell’eleganza di Facchetti. Poi il mio cuore è stato rapito da Ronaldo”.
Caso Icardi:
“Nell’occasione ci sono state delle leggerezze da parte di tutti, poi lui per primo si è accorto di aver sbagliato e che era opportuno evitare di fare polemiche con i tifosi. Comunque io ho una grande considerazione tecnica di Icardi e mi dà l’idea di essere un bravissimo ragazzo, uno di quelli che si impegna di più. L’Inter è andata avanti grazie ai suoi gol, alle parate di Handanovic e agli interventi di Miranda“.
Stagione deludente sino ad ora:
“Come tutte quelle successive al Triplete di Mourinho. Ormai siamo abituati a soffrire. Personalmente dopo il quarto posto dell’anno scorso, che consideravo il minimo con Mancini, mi aspetto di migliorare. Invece la stagione è nata subito disgraziata, dai musi lunghi di Mancini al nuovo cambio di proprietà che non ha portato subito stabilità”.
La scelta di Pioli:
“Era un cambio obbligato e io sono contento del suo arrivo. Pioli è quello di cui aveva bisogno l’Inter oggi. È vero, lui si è definito un potenziatore e non un normalizzatore, ma all’Inter in questo momento serve proprio un allenatore che faccia le cose normali perché tecnicamente la squadra è forte e la classifica non rispecchia la forza del gruppo. Se fossimo una squadra scarsa non avremmo giocato e vinto in quella maniera contro la Juventus. È evidente però che con de Boer c’erano dei problemi, la squadra non era messa tatticamente bene in campo e soprattutto era fragile psicologicamente“.
L’approdo di Suning:
“Sono più ottimista rispetto alla gestione Thohir. Sono convinto che oggi per l’Inter, ma così anche per il Milan, serva guardare al mercato internazionale. Le grandi squadre per rimanere competitive hanno bisogno di soldi da investire. La nazionalità non importa, che siano cinesi, scozzesi o di Canicattì, l’importante è che ci sia denaro. In questo Suning mi sembra solida. Sono d’accordo, però, con chi dice che ci voglia una figura forte vicina alla squadra, una persona che conosca bene l’ambiente Inter. Un uomo ponte fra la Cina e Milano, magari lo stesso Zanetti o di nuovo Moratti. Con i tempi di oggi penso che il cambio fosse inevitabile. Moratti ha fatto e vinto tanto, quindi auguro a Suning di ripetere le sue gesta“.
Sul derby con il Milan:
“Il Milan è galvanizzato, rispetto a noi ha avuto il percorso inverso: doveva avere difficoltà, invece è sorprendentemente terzo in classifica. Montella sta facendo un ottimo lavoro, ha valorizzato tutta la rosa, in particolare i giovani. Il morale è alto, i rossoneri arrivano meglio alla gara. Detto questo, l’Inter rimane tecnicamente più forte del Milan e può vincere la partita: non cambierei nessun giocatore loro con i nostri, neanche Donnarumma con Handanovic. Io sono convinto che l’Inter possa ancora centrare la zona Champions, però bisogna cambiare marcia fin dal derby. Poi spero che Pioli venga messo nelle migliori condizioni per lavorare e che la società a gennaio gli regali un paio di rinforzi soprattutto in difesa“.