Mio padre mi portava al Meazza
Ero piccolo, avevo 10 anni ed era una domenica di gennaio, il giorno di Inter-Torino. Mio padre decise di farmi una sorpresa acquistando i biglietti per la partita. Io da qualche anno ero diventato interista ascoltando attentamente quanto mi diceva sul bel gioco della Grande Inter di Facchetti, Jair, Corso, Mazzola, Suarez. Non avevo mai visto lo stadio di Milano, così quando fummo sotto ai cancelli, rimasi incantato nel vedere un simile spettacolo: davanti a me la Scala del Calcio, il Meazza.
Le emozioni all’interno del Meazza
Dentro il Meazza, con sciarpa nerazzurra appena acquistata e cuscinetto dell’Inter, iniziavo a guardarmi intorno. Venditori di panini e bibite che ti passavano davanti (non ho mai capito perchè), la curva Nord che scaldava la voce con cori divertenti, i messaggi pubblicitari dati dagli altoparlanti. L’emozione al massimo e venivano annunciate le formazioni: la carica era pazzesca e a ogni nome si urlava il cognome. Si comincia. Si tifa, si soffre e si esplode di gioia quando Wim Jonk, forte centrocampista dell’Inter lascia partire un bolide che gonfia la rete avversaria. Tutti in piedi a urlare e gioire, gli occhi che vanno a vedere la reazione del pubblico ospite sugli spalti a cui viene riservato qualche gestacio. Quanta emozione e quanta gioia. Mi piace molto oggi trascorrere 90 minuti allo stadio per sentire il profumo dell’erba e le urla dei giocatori, ascoltare e cantare l’Inno della mia Inter, trascorrere qualche minuto ad esultare con le persone che ti stanno accanto, scambiare opinioni dicendo: “ma che aspetta il mister a sostituirlo?“. Il sito di calcioefinanza afferma che i tifosi dell’Inter sono tornati a recarsi al Meazza facendo aumentare i ricavi da stadio: +22% dal 2015. Emozioni uniche che il popolo nerazzurro sta pian piano riscoprendo.