Un Derby speciale
“E’ vero, ci sono cose piu’ importanti di calciatori e di cantanti…”: d’altronde è lunedì. E’ lunedì e piove. E’ lunedì, piove e hai già così tante scadenze al lavoro che stramaledici il tuo angelo custode che, nonostante siano passati trentuno anni, non ti ha ancora fatto vincere tre, quattro milioni al Super Enalotto. “Ma dimmi cosa c’è di meglio di una continua sofferenza per arrivare alla vittoria”: una vittoria non è arrivata. Era (forse) meritata, ma quelli là sono in un anno di grazia. E quando sei un anno ti grazia, non c’è da sorprendersi se Suso fa una partita alla Suarez e con due tiri in porta (e basta) rischiano pure di vincere il derby. “Ma poi non rompermi i coglioni” perché è lunedì, certo. Perché è lunedì, piove e il tuo capo ha già chiamato quattro volte. “Ma poi non rompermi i coglioni, per me c’è solo l’Inter“: che sarà anche una squadra di ‘sgarrupati’ quest’anno, ma finalmente ha fatto una partita da Inter.
Uomini ritrovati
Candreva è tornato decisivo, Perisic è tornato ai suoi livelli, Jovetic è parso quello di Firenze e persino Kondogbia sembrava un giocatore che in A ci può stare. “A me che sono innamorato non venite a raccontare quello che l’Inter deve fare”: dovevamo stravincere? Forse. Potevamo esser beffati? Pure. Quello che dovevamo fare, l’abbiamo fatto: non abbiamo regalato campo e gioco agli avversari, abbiamo giocato a testa alta. Non c’è una critica, dodici ore dopo il triplice fischio, che si può muovere questa volta a questa squadra. “Perchè per noi niente è mai normale”: va che schifo di maglie, ad esempio. Che per capire, a volte, cosa stava succedendo ‘mannaggialamiseria’ dovevi entrare con la testa dentro la Tv. Maledetto calcio moderno. “Nè sconfitta nè vittoria, che tanto è sempre la stessa storia”: infatti abbiamo pareggiato e la storia non si cambia. “Suma i pusse bej” e, vista la coreografia di quelli là, ci va pure poco.
Che debutto per l’interista Pioli
“Un’ora e mezza senza fiato, perchè c’è solo l’Inter…“: avrà pensato Pioli, che s’è detto interista da una vita, abbiamo pensato noi come sempre da una vita. Perché abbiamo perso un derby con un Comandini formato Di Stefano, ma perderne uno per colpa di Suso sarebbe stato anche troppo per quest’Inter. “C’è solo l’Inter, per me, solo l’Inter. C’è solo l’Inter, per me”. “Io da loro voglio orgoglio, per la squadra di Milano perchè c’è solo l’Inter”. Ecco, orgoglio. Quello che era mancato. Quello che non c’è stato in casa col Cagliari, a Genova con la Samp e troppe volte in quest’annata che pare già maledetta. Prima ancora di un gioco, quando D’Ambrosio farà un cross i maiali di Roger Waters voleranno per davvero, Pioli ci ha ridato l’essenza di esser interisti. Non era facile. Non sarà facile. “E mi torna ancora in mente l’avvocato Prisco, lui diceva che la serie A è nel nostro dna, io non rubo il campionato ed in serie B non son mai stato…”: perché la coreografia di quelli là non faceva accenni alle due stagioni nella serie Cadetta. Omissis Est come sempre, vero? “C’è solo l’Inter, per me, solo l’Inter, c’è solo l’Inter, per me, per me, c’è solo l’Inter, c’è solo l’Inter, c’è solo l’Inter, per me, c’è solo l’Inter per me”. Anche quand’è lunedì. Anche quand’è lunedì e piove. Anche quand’è lunedì, piove e ‘mannaggialamiseria’ quel derby meritavamo di vincerlo.
Matteo Gardelli