Vieira: “Giocatori meno ricettivi con Mourinho. All’ Inter…”

Vieira parla del futuro da allenatore

L’ ex calciatore di Arsenal, Juventus, Inter e Manchester City e attuale tecnico del New York City, Patrick Vieira, ha parlato del futuro come allenatore e di alcuni esempi come Pep GuardiolaJosè Mourinho. Queste le sue parole, rilasciate in un’ intervista a Rmcssport:

Sostituire Guardiola sulla panchina del City:
“Non si sa mai come vanno le cose, io intanto cerco di imparare il mestiere. Ci sono tante persone che credono in me e mi fanno venire voglia di lavorare duro per non deluderli. Vedremo cosa mi riserva il futuro. E’ molto incoraggiante. al momento penso di restare in MLS e poi vedremo, cercherò di migliorare e poi valuterò ogni proposta”.

Contatti con Guardiola:
“Abbiamo avuto contatti quando era finita la stagione in MLS e ho passato con lui una settimana a Manchester. Ho visto come allena, siamo della stessa famiglia e questo è un po’ più facile, abbiamo un ottimo rapporto. Mi ha anche portato nel suo ufficio, ci siamo viste le partite che abbiamo giocato, mi ha raccontato come intende migliorare la squadra e cosa vuole cambiare. E’ stato interessante, è stato molto disponibile con me. E’ stata una cosa positiva”.

Deluso dall’ Arsenal:
“E’ stata la mia squadra e vorrei che ci fosse più spazio per me o i giocatori che come me hanno fatto tanto per il club, ma vorrei lavorare come tecnico e questo non è stato possibile. Il City è arrivato al momento giusto anche se sono stato un po’ deluso dall’Arsenal. Wenger? Non so se sia pronto o meno a lasciare il club, credo che nessuno di noi abbia intenzione di oscurarlo, non è possibile. Le cose vanno fatte in maniera corretta. Mi aspettavo una chiamata per offrirmi il modo di imparare all’Arsenal, ma non prendendo il posto di altri allenatori. Con Wenger non ho mai parlato”.

Le difficoltà di Mourinho al Manchester Utd:
“Sta facendo un lavoro molto difficile. Arrivare al Manchester dopo Moyes e van Gaal è un po’ complicato. Non so se ha perso il filo. Non credo abbia cambiato la sua filosofia o la sua tattica. Credo che sia sempre lo stesso, lui è il capo ma è sempre aperto al confronto. Forse i giocatori sono meno ricettivi perché non c’è più la generazione di calciatori di una volta. All’Inter avevamo un gruppo di esperti ed è arrivato a gestirlo molto bene. Adesso c’è una nuova generazione di giocatori e c’è molto meno da dire perché ci sono giocatori che non hanno paura di dire quello che pensano e rendono le cose più complicate”.

Emulare Guardiola, Mourinho e Domenech:
“La cosa che mi importa e prendere un po’ di ciascuno di loro. Se faccio come uno di loro i giocatori mi mollano perché lo capiscono quando un allenatore non è se stesso e fa subito capire che il suo messaggio non è chiaro. Ecco perché ritengo che l’esperienza a New York mi permetterà di capire bene chi sono, quale direzione voglio intraprendere e quali sono le mie idee di gioco. E’ importante che io sappia quale tipo di allenatore voglio diventare”.