E’ finita come peggio non poteva per Stevan Jovetic. L’attaccante montenegrino ha definitivamente rotto con l’Inter, tanto che il suo procuratore, Ramadani, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, ha dichiarato che all’Inter la formazione la fanno i giocatori . Parole che segnano definitivamente il distacco del numero 10 dall’ambiente nerazzurro; un rapporto mai nato anche e soprattutto per i capricci del talento ex Fiorentina.
Eppure l’inizio dell’avventura di Jovetic con la maglia dell’Inter è stato a dir poco folgorante: gol vittoria all’esordio contro l’Atalanta e doppietta decisiva con il Carpi la settimana successiva. Altre buone partite, poi il nulla. Iniziano i primi infortuni, le prime panchine e inevitabilmente i primi mugugni. Mugugni che esplodono definitivamente un anno fa dopo un Inter-Lazio che decretò l’inizio della disfatta della banda Mancini. Jovetic innervosito, si scagliò nel dopo gara(così si lesse) contro il tecnico di Jesi e da quel momento il buon Stevan sparisce dai radar. Anche in questa stagione l’attaccante nerazzurro viene utilizzato con il contagocce e quelle volte che è sceso in campo la sua rabbia “calcistica” era pari a quella di un gattino. Inevitabile l’accantonamento definitivo e la sua cessione.
Troppo molle, troppo inconsistente per essere definito un top player. I numeri ci sono ma è la testa che guida le gambe e se la testa è altrove le gambe si piegano. E’ un peccato, soprattutto per quello che Jovetic fece vedere con la maglia della Fiorentina in era Prandelli. Il suo salto di qualità al Manchester City non è mai arrivato, così come il riscatto con l’Inter. Non è sempre colpa dell’allenatore o della società, qualche volta bisogna ricordarsi che i giocatori sono i veri protagonisti e se i protagonisti sbagliano ripetutamente vuol dire che non si è campioni . Jovetic purtroppo rappresenta il classico esemplare di potenziale fuoriclasse che a detta di alcuni non è mai stato capito ma che la maggior parte aveva capito già da un bel pezzo.