L’ex portiere della Roma ha parlato del suo passato italiano e del talento brasiliano
I tifosi interisti lo ricorderanno sicuramente per le numerose battaglie in campo. Julio Sergio è stato infatti il portiere titolare della Roma nella stagione 2009/2010, quella dello storico Triplete interista.
Oggi Julio Sergio, che grazie alle sue origine abruzzesi ha ottenuto la cittadinanza italiana, fa l’allenatore, anche se, da giugno, è senza squadra.
In un’intervista rilasciata a calciomercato.com, l’ex portiere di Roma e Lecce ha parlato del suo passato in Serie A:
“La città di Roma e l’A.S. Roma faranno per sempre parte della mia vita. Il ricordo più bello è sicuramente il rigore parato a Floccari, nel derby. Fare la differenza in una partita così importante è meraviglioso, in più ho vinto giocando bene tutte le stracittadine nella quali sono stato titolare.
Quando mi trasferii al Lecce non affrontai quell’avventura con la testa giusta e le cose non sono andate bene.. La Serie A rimane comunque nel mio cuore, in Italia ho vissuto otto anni indimenticabili”.
Spalletti, Totti e…Gabigol
Non poteva mancare una domanda sul suo rapporto il tecnico Luciano Spalletti, che lo definì il “miglior terzo portiere al mondo” e il capitano giallorosso: “Francesco è semplicemente una leggenda vivente, sotto ogni punto di vista. Spalletti invece è stato il mio allenatore quando arrivai nella Capitale nel 2006. Serio, esigente e con una visione del calcio fuori dagli schemi. È stato un piacere poter lavorare con lui e col capitano”.
Il brasiliano è poi ottimista per il futuro dei giallorossi: “tra non molto tempo porteranno a casa un titolo. La squadra negli ultimi anni ha subito vari cambiamenti, ma ben presto vedrete che i giallorossi conquisteranno lo scudetto”.
Julio Sergio ha poi un consiglio per il connazionale Alisson: “Io gli consiglio di restare e giocarsi le proprie carte a Roma, nonostante la forte concorrenza con Szczesny“.
Ultima domanda sull’interista Gabigol. Anche in questo caso l’ex portiere non ha dubbi: “Per prima cosa si deve dire che alcuni giocatori possono risentire più di altri delle differenze a livello tattico fra i vari Paesi o più semplicemente di quelle riguardanti i rapporti umani. Appena Gabigol si adatterà alla Serie A farà molto bene in Italia“.