Meteore Nerazzurre: Sebastián Rambert

Meteore nerazzurre, si parla di Rambert

Quando si parla di meteore neroazzurre, lui è la meteora per eccellenza. Era arrivato, nell’estate del 1995, come possibile “crack”: d’altronde era titolare nel Club Atlético Independiente e aveva appena giocato la Confederations Cup con l’Argentina di Daniel Passerella. Però nella vita c’è sempre un però: venne presentato insieme ad un altro, un ragazzino su cui al tempo non erano puntati i fari della ribalta. D’altronde tutti parlavano di lui, parlavano di Sebastián Rambert. Attaccante di Bernal (eh niente, i colori neroazzurri sono irrimediabilmente legati a quella città argentina: vero Diego Alberto?), cresce nel Club Atlético Independiente. In quattro stagioni, vista la giovane età, impressiona un po’ tutti: con i “rossi” totalizza 14 reti in 52 partite e viene, come detto, convocato dall’Argentina (dove in otto partite realizza quattro gol).

Il ct Passerella lo porta ai giochi panamericani e soprattutto alla Confederetions Cup del 1995, che si disputa in Arabia Saudita: la Confederations Cup che l’albiceleste perderà in finale con la Danimarca, al tempo campione d’Europa in carica. Poi proprio nell’estate di quell’anno, irrompe l’Inter che lo acquista per 4,2 miliardi di euro. Lo stesso giorno, tenetelo a mente, venne presentato anche “l’altro”, il ragazzino arrivato dal Banfield… E’ un Inter, la prima di Massimo Moratti, che aveva fatto bene nel calciomercato: presi Ince, un certo Roberto Carlos (Roy, perché Roy?) lui e l’altro, il ragazzino. In panchina c’è Ottavio Bianchi. Ma, come sappiamo, avrà vita breve: perché la sua Inter, nonostante la vittoria all’esordio contro il Vicenza, grazie proprio a un siluro di Roberto Carlos, non ingrana. Sebastián Rambert in campionato non gioca, ma trova spazio in Coppa Uefa. Ma in Coppa Uefa l’Inter confeziona un disastro: si fa infatti eliminare dal Lugano dopo l’1-1 dell’andata e l’incredibile 0-1 del ritorno.

Bianchi viene esonerato, arriva Roy Hodgson e Sebastián Rambert sparisce dai radar dell’allora Pinetina. Non esordirà mai in campionato e, nel calciomercato di gennaio, verrà ceduto al Saragozza (20 partite 5 gol). Vestirà le maglie del Boca Juniors, del River Plate e dell’Indipendiente e si ritirerà nel 2003 per i tanti infortuni. Nel 2003, invece, l’altro, il ragazzino che venne presentato il suo stesso giorno, continuava a giocare e lo avrebbe fatto ancora tanto, tantissimo tempo con la maglia dell’Inter. Perché “l’altro”, il ragazzino, si chiamava e si chiama: Javier Zanetti.

Di Matteo Gardelli