Atalanta: istruzioni per l’uso
All’Atalanta sanno come crescere i ragazzi. Perchè prima di tutto si guarda a questo nel settore giovanile bergamasco. Scirea, Morfeo, Pazzini, Montolivo e tanti altri prima di diventare campioni, hanno dovuto capire come comportarsi nel mondo del calcio.
Il capo di tale struttura e in qualche modo il suo ideatore è Mino Favini responsabile del settore giovanile dal 1991 al 2015. “Il concetto è quello di non allontanarsi dalla provincia per pescare i nostri talenti. Noi gli diamo un pallone e li invitiamo a dribblare, giocare e divertirsi. Per me infatti le qualità tecniche vengono prima di ogni altra cosa. ”
Il simbolo di questo modo di pensare è il centro tecnico di Zingonia dove soggiornano tutte le giovanili: dai Giovanissimi B fino alla Primavera. Per far ulteriormente imparare cosa significhi giocare nell’ Atalanta inoltre, i ragazzi vengono allenati sugli stessi campi della prima squadra.
Pochi stranieri
Di 270 italiani solo una ventina sono stranieri e solo altri dieci vengono da fuori la Lombardia. Continua Favini: “L’ idea principale è di non spezzare il legame dei ragazzi con la loro terra e la loro famiglia. Tutti devono poter giocare avendo vicini i genitori.
Oggi si parla tanto di Conti, Grassi, Caldara e Gagliardini. Per me che li ho visti bambini è una gioia immensa, un po come quando un contadino raccoglie i frutti del suo seminato”
4 milioni nei giovani
Tanti, sono i soldi che vengono destinati al settore giovanile. Molti di più di quelli mediamente spesi dai club italiani, pure da quelli più quotati. Non è un caso se l’Atalanta figura sedicesima nel ranking mondiale per la produzione di talenti.
“A Bergamo non si dice “andiamo allo stadio”, ma “andiamo all’Atalanta”, i ragazzi lo sanno, la Dea è un fuoco che si accende nel petto, passate un pomeriggio all’Azzurri e capirete”.