Il capitano delle Merengues al veleno contro la sua ex squadra
Sergio Ramos, si sa, non è molto amato dalle par ti di Siviglia. Il difensore spagnolo si trasferì dal Siviglia al Real Madrid nell’estate del 2005, per 25 milioni di Euro. I tifosi andalusi non presero benissimo il trasferimento dell’allora ventiduenne ai rivali di Madrid. Col tempo, se possibile, il rapporto coi supporters rojiblancos è andato sempre peggiorando. Ultimo atto di un’ostilità che non accenna a diminuire è stata la partita di ritorno degli ottavi di Copa del Rey. Dopo il 3-0 dell’andata, il Real, al minuto ’83, era sotto 3-1, quando Sergio Ramos si presenta sul dischetto del rigore, dopo essere stato insultato e fischiato per tutta la partita. Il capitano madridista mantiene la calma: cucchiaio e qualificazione in ghiaccio. Dopo il gol Ramos ha mostrato il proprio nome ai tifosi e si è portato le mani dietro le orecchie in segno di sfida, come se lo “scavetto” dal dischetto non bastasse a inferocire ancor di più i tifosi sevillistas.
“Dani Alves e Rakitic trattati come dei, per me solo insulti”
Sergio Ramos pentito? Assolutamente no, anzi ci tiene a soffermarsi sul trattamento che gli viene riservato ogni volta che torna al Ramón Sánchez-Pizjuán, a differenza di altri ex del Siviglia: “Non ho mancato di rispetto a nessuno. Ho chiesto scusa a Soria, ma non ero da biasimare. Non posso essere tifoso di una sezione di pubblico che ha insultato me e mia madre dal primo minuto. Questa sarà sempre casa mia, ma sono il capitano del Real e devo fare il meglio per il mio club. Vorrei essere accolto in maniera diversa. Rakitic e Dani Alves vengono trattati come degli dei quando tornano in questo stadio.”