Oggi ospite ad interdipendenza.net è Angelo Bonfrisco, noto arbitro italiano che per anni ha calcato i prati di tutta Europa.
Bonfrisco: ” Più abbracci meno polemiche”
Bonfrisco,l’abbraccio tra Buffon e Tagliavento è stata una ingenuità?
Non credo. Il problema è la mentalità italiana che vuol trovare il complotto anche dove non c’è. Vero che tante volte sono successe cose non piacevoli ma diamoci un taglio. Per la nostra categoria un giocatore che a fine partita ti abbraccia è solo una soddisfazione.
Sai perché ci meravigliamo? Perché di solito succede il contrario. Siamo sempre presi a male parole. Questi episodi invece dovrebbero capitare più spesso. Anche perché senza l’arbitro non esiste partita. Abbracciamoci di più e polemizziamo di meno.
Ma non trova che a certi livelli si debba stare attenti alle proprie azioni?
Queste è vero. Quando si arbitra la Serie A siamo tenuti a stare attenti ad ogni nostro singolo movimento. Altrimenti andremmo incontro a polemiche costruite ad arte come quella sopracitata.
Bonfrisco: “Ben venga la moviola” Bonfrisco è pro o contro la moviola?
Sono favorevole verso tutto ciò che può aiutare il mondo del calcio. Credo infatti che nel caso del Goal line technology ci siano voluti troppi anni per averla. Siamo stati lenti.
D’altronde il goal certifica il risultato delle partite. Perciò, sotto questo punto di vista, dovremmo far di tutto per non sbagliare la sua assegnazione.
Favorevole anche alla VAR quindi.
Si. Ogni volta che sono in televisione mi trovo ad analizzare situazioni molto difficili all’occhio umano. In certi casi però credo che la tecnologia non aiuterebbe più di tanto.
Crede davvero che in Italia non siamo pronti alle dichiarazioni di un arbitro nel post-partita?
Più che altro direi che non sono pronti i vertici arbitrali. Dal mio punto di vista bisognerebbe farlo. I tempi sono maturi. Magari non farei parlare gli arbitri sempre e comunque.
Centellinerei la loro presenza in concomitanza con i casi più complicati. Ci fosse data una spiegazione in tal casi saremmo tutti più comprensivi.
Stadi inadeguati
Lei è una persona esperta pure del modus operandi del mondo politico. Pensa perciò che la Serie A abbia bisogno di una riduzione a 18 squadra
Si parla da molti anni di questa soluzione. Credo che la Federazione e la Lega si stiano palleggiando la responsabilità. Ci sono dei vantaggi e degli svantaggi. Riducendo le squadre si riducono i posti di lavoro. D’altro canto avremmo squadre più preparate e professionali.
Lei di stadi ne ha visitati molti.
Si è credo che dobbiamo crescere. Tanto. Ci stiamo già provando ma non è ancora abbastanza. Abbiamo solo quattro stadi di livello europeo. Capisco le problematiche che ci sono ma dobbiamo fare tutti un passo avanti. Sai, io lavoro per una ditta che si chiama Dream Coffee.
Uno dei nostri punti cardine è la ricerca della bellezza e l’aumento del benessere collettivo. Spero che anche la classe dirigente spinga verso questa direzione.