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Inter, consigli per gli acquisti: Lorenzo Pellegrini, oltre il limite

Pellegrini: giusto in tempo

Lorenzo Pellegrini è una classe 95 nato a Roma. Di recente il settore giovanile giallorosso ha contribuito a sfornare alcuni dei più grandi giovani italiani. Facendoli però fiorire in altri nidi. È per questo che l’odierno calciatore del Sassuolo può risultare appetibile alla causa nerazzurra.

Ma vediamo la sua storia. Il ragazzo è figlio di Tonino Pellegrini, un giocatore romano mai fiorito del tutto. È lo stesso padre a guidarlo negli allenamenti nelle prime fasi della carriera, prima all’Italcalcio e poi all’Almas. Società molto attente allo sviluppo giovanile.

Da qui poi imbocca la strada per il settore giovanile della Lupa. Una strada impervia e piena di contraddizioni. Lorenzo viene infatti schierato attaccante a causa della sua altezza. Fa tanti gol è vero ma non da mai la sensazione di poter sfondare nel calcio che conta.

Poteva essere l’ennesimo ragazzo bruciato in tenera età sull’altare dei risultati. Poteva, ma non è stato così. A 15 anni Vincenzo Montella lo sposta a centrocampo e da lì non si muoverà mai più.

Attaccare

Pellegrini sarebbe un centrocampista ideale per Zdenek Zeman. Ha una spiccata indole offensiva e una tale qualità nello stretto che lo porta a essere propositivo in zona gol. Lo ha capito bene Di Francesco, non a caso cresciuto alla scuola del boemo, che più volte lo risparmia da compiti difensivi impiegando alle sue spalle Magnanelli.

Il 4 3 3 dei neroverdi infatti potrebbe essere definito più un 4 2 1 3 con il talento romano libero di sfoderare i colpi migliori del repertorio. Perché tutto questo? Perché il ragazzo pecca tantissimo in fase difensiva. È lento nella progressione e non è potente ne nella corsa e ne nei contrasti.

Ne vince mediamente uno ogni 90 minuti. Nonostante ciò però compensa tutto, oltre che con la sopracitata abilità nel corto, grazie ad una coordinazione fuori dal comune.

Da prendere?

Deve migliorare molto. Inoltre è un giocatore facilmente fraintendibile. Può diventare facilmente un equivoco tattico. Il ragazzo deve sempre essere schierato nella metà campo avversaria in quanto non è bravo a districarsi nella propria.

Più volte è stato provato nel cuore del centrocampo ma ha manifestato la tendenza a giocare di prima all’indietro, indice di paura, o a provare subito la giocata in verticale, molto rischiosa per chi deve dare tempo al gioco.

Comunque Pellegrini si farà. Si può sempre andare oltre il limite. Lui lo sa bene.