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Contatti tra la Juve e la criminalità, Repubblica riporta un altro retroscena inquietante

Repubblica riporta un retroscena inquietante

Il quotidiano Repubblica si occupa, nella sua edizione odierna, di un retroscena inquietante sui rapporti tra la Juve e la criminalità organizzata.

Nei giorni scorsi, con l’inchiesta portata avanti dal Fatto Quotidiano, si è parlato della curva della Juventus, che pare intrattenere rapporti con la ’ndrangheta. Oggi, Repubblica cita ancora l’organizzazione calabrese, questa volta protagonista del possibile passaggio di Lapo Elkann a presidente della Juventus.

Pare che la ‘ndrangheta stesse concordando un piano con il rampollo più folkloristico di casa Agnelli. Periodo: primavera del 2009. Un momento non proprio felicissimo per la Juventus, da poco risalita dalla Serie B e in cerca di stabili punti di riferimento (Cobolli Gigli, Blanc e Secco non offrivano garanzie).

Il piano per Lapo

Così, Lapo si mise in contatto con il clan Pesce – Bellocco e organizzò, insieme al suo amico Fabio Germani, un incontro con alcuni esponenti, in particolare con Rocco Dominello, in carcere per mafia.

A proposito di questo incontro, il figlio del referente piemontese del clan PesceBellocco ha raccontato ai pm dei dettagli molto rilevanti: “C’era la comunione della figlia di Fabio Germani a Chivasso ed era invitato anche Lapo. Io lo andai a prendere al casello. Dopo la messa andammo a prendere un aperitivo e parlammo di striscioni e presidenti: lui suggeriva di fare uno striscioneà€ŠLapo presidenteà€‹“. Una circostanza già nota agli inquirenti, che hanno aperto un’indagine per estorsione ai danni della Juve. Indagine archiviata nel 2013, che vedeva il coinvolgimento di Dominello e Germani (con quest’ultimo finito ai domiciliari per la vicenda).

Una serie di avvenimenti che, pur non costituendo un motivo di condanna penale, incuriosì i pm torinesi, che cercarono di capire i movimenti della ‘ndrangheta nelle logiche della Juve.

Nel frattempo, una lotta intestina stava mettendo contro John Elkann e Andrea Agnelli, che si contendevano la presidenza del club. In questo contesto, Lapo cercò di prevalere sui due “concorrenti” affidandosi alla malavita. Rientrò in scena Dominello, allora leader della sezione Canavese dei “Drughi”. Con il benestare di Dino Mocciola (capo generale dei Drughi), Dominello richiese l’esposizione di uno striscione per sponsorizzare la presidenza di Lapo.

Durante la partita Juve – Atalanta, però, i tifosi si espressero contrariamente alla sua scalata. Ciò portò al caos nel piano organizzato, con Dominello che, intercettato telefonicamente con Fabio Germani, disse: “Se vuole l’appoggio fissa l’appuntamento altrimenti vaff… lui, tu, la Juve e tutti quanti”.

Un ultimo tentativo per permettere a Lapo di diventare presidente. Niente da fare: l’appuntamento non sarà mai organizzato, la squadra sarà traghettata per altre due stagioni e Andrea Agnelli ne assumerà la presidenza.